Archivio dei tag salute

La salute dei cittadini non è estremismo!

Trovo grave che il candidato sconfitto Bertossi, per cercare un po’ di visibilità, oggi paragoni 10 anni di amministrazione a Udine da me guidata, anche con vicesindaco Martines, alle ideologie violente e razziste di un esponente di destra (si veda qui sotto articolo di oggi del Messaggero Veneto).
In dieci anni Udine è ai primi posti tra le città italiane per progetti europei volti a promuovere la salute, il benessere degli anziani, e la sostenibilità. Sono migliaia, per esempio, gli anziani che hanno partecipato ai progetti di ginnastica dolce nei quartieri, alla prevenzione, a Camminamenti.

Si è privilegiato la ristrutturazione delle scuole di quartiere e delle loro palestre rispetto a progetti faraonici di palazzetti per pochi. Grazie all’intelligente politica sul traffico e sul riscaldamento, negli ultimi anni, non sono stai superati i livelli di inquinamento dell’aria a Udine, che sono la causa in tante altre città della pianura padana, di morti precoci.

Se pensare in primo luogo alla salute dei cittadini è estremismo, bene ha fatto Martines a rifiutare l’alleanza con Bertossi.

L’articolo del Messaggero Veneto di oggi (Udine, p. 23):

Per un futuro del sistema sanitario regionale: valorizzare qualità professionali e umane del personale

Il tema della Sanità è centrale nella campagna elettorale di queste settimane e la mia convinzione – come cittadino e come amministratore – è chiara: valorizzare le qualità professionali e umane del personale medico infermieristico e ausiliario; procedere a un ampio piano di assunzioni di figure professionalmente qualificate per riportare a regime il sistema; ribadire sempre e comunque l’assoluta centralità della dimensione universalistica e pubblica del sistema sanitario regionale.

Dal sondaggio pubblicato su “Il Messaggero Veneto” in data 8 aprile emerge, infatti, come la qualità del sistema sanitario regionale sia considerata una delle priorità più urgenti nella percezione dei cittadini e questo non stupisce certo se consideriamo come – anche dal funzionamento del sistema sanitario – vengono a dipendere il futuro, la qualità della vita e la sicurezza di noi stessi e delle persone e noi più care e vicine.

Nei miei 10 anni da sindaco di Udine ho costantemente operato per salvaguardare il ruolo e la qualità delle strutture ospedaliere della nostra città, cercando di fare quanto possibile per impedire che la diminuzione di risorse in questo settore così cruciale, così come il continuo accavallarsi di norme di rango nazionale o regionale portasse a uno scadimento nel servizio erogato alla comunità. Su questo è fondamentale dire alcune parole di verità: una riforma sanitaria regionale era indispensabile; quella del 2014 ha una impostazione e una direzione condivisibili, ma la sua realizzazione si è rivelata troppo spesso calata dall’alto, priva delle necessarie attenzioni alle esigenze dei singoli territori e poco attenta a un dialogo costruttivo con gli operatori del settore e con la comunità dei pazienti. A questi difetti sarà necessario porre quanto prima rimedio.

Dopo la fase della ristrutturazione organizzativa deve ora aprirsi quella del rilancio degli investimenti, puntando sulla valorizzazione del patrimonio di competenze, professionalità e umanità esistente all’interno del comparto, così come sulla definizione di una chiara modalità di valutazione dei risultati finora conseguiti (soprattutto in termini di qualità dei servizi come i tempi di attesa, ecc) dalla riforma, apportando se il caso i necessari aggiustamenti di rotta. A questo si collega e si affianca la necessità di procedere a un ampio piano di assunzioni perché l’esternalizzazione dei servizi dovrà diventare l’assoluta eccezione.

Salute inoltre non significa solamente assenza di malattia accanto al benessere fisico deve tenere conto anche del benessere mentale, relazionale ed emotivo. Prevenzione e cura devono procedere in modo parallelo. Vanno ridotti assolutamente i rischi di disabilità derivanti da cadute o stili di vita patologici, soprattutto in una società come la nostra nella quale l’aspettativa di vita cresce e, positivamente, c’è un invecchiamento della popolazione. Nei dieci anni da sindaco ho operato sviluppando le iniziative di prevenzione della rete Città Sane dell’OMS, portando Udine a diventare modello europeo di invecchiamento attivo.

Il nostro Paese è stato per anni al vertice nella qualità del servizio sanitario pubblico e la nostra Regione al vertice di quello nazionale. L’attenzione alla cura, alla prevenzione, alle politiche di inclusione e integrazione, al ruolo degli anziani, ai bambini, molte di queste esigenze fondamentali per una comunità realmente aperta e democratica, che “non lasci nessuno indietro” passano proprio per il funzionamento degli ospedali, per il presidio talvolta eroico dei medici di base, per i servizi sanitari di prossimità. Per questo la Regione deve andare fiera di quanto ha già e impegnarsi per migliorare ulteriormente l’esistente. Il CRO, il Burlo Garofolo, il Gervasutta sono centri di eccellenza di livello internazionale nei propri ambiti specifici,  e vanno mantenuti tali. Ma la qualità della vita dei pazienti deriva anche da aziende ospedaliere territoriali di eccellenza di servizi domiciliari diffusi, anche nelle aree periferiche come la montagna, facendo attenzione alle individualità e a percorsi di continuità assistenziale. Il trattamento delle acuzie non può essere inoltre efficace se non è affiancato da altrettanta attenzione alle cronicità da un lato e alla riabilitazione dall’altro.

Il mio impegno per Udine

La recente decisione del Governo italiano che ha individuato nel Porto di Trieste il porto di riferimento italiano per l’Adriatico, e l’istituzione dell’area del porto franco, potrà rappresentare una grande opportunità per la città di Trieste solamente se lo diventerà per tutte le strutture economico-produttive della Regione.

È decisivo che non vengano lasciati indietro soprattutto i Consorzi Industriali, come quello che oggi risultato in provincia di Udine dalla fusione dei consorzi ZIU, Aussa Corno, Cividale e Osoppo. Non ci potrà essere sviluppo per Trieste se non ci sarà una ricaduta su tutto il territorio regionale. La lavorazione parziale delle merci e il loro successivo instradamento attraverso i poli inter-modali, primo fra tutti quello di Cervignano, ben raccordato con le altre mobilità quali l’alta capacità verso Tarvisio e da lì in Germania.

Chi andrà a governare la Regione deve avere le idee molto chiare su questo punto, come è stato espresso questa mattina da Furio Honsell presso la sede di Open-Sinistra FVG in Via Vittorio Veneto 61: “Lasciare indietro alcune aree del territorio regionale dalle opportunità della portualità innovativa di Trieste, si rivelerà perdente per la stessa città di Trieste. È preoccupante che nessun altro oltre a noi parli di come coinvolgere il sistema dei Consorzi Industriali e dei Centri Intermodali”.

In questi 10 anni Udine ha acquisito un prestigio a livello europeo sia in tema di de-carbonizzazione, efficientamento energetico e fonti rinnovabili d’energia. Cogenerazione, teleriscaldamento, rinnovamento dell’illuminazione pubblica e del riscaldamento, e dei criteri di coibentazione edilizia hanno portato sia notevoli risparmi economici che importanti contributi al contrasto ai mutamenti climatici. “E’ tempo che queste buone pratiche sviluppate a Udine, siano replicate su tutto il territorio regionale.” Ha sostenuto Honsell.

I servizi alla persona, soprattutto agli anziani devono essere sviluppati. “C’è grande bisogno di professionalità legate ai servizi alla persona e alla promozione degli stili di vita sani. Non c’è sviluppo di posti di lavoro se non si tiene conto anche delle nuove opportunità legate a questi mutamenti demografici”.

Infine, si è parlato di come sviluppare l’appeal turistico del territorio soprattutto in relazione al grande patrimonio archeologico ancora poco sfruttato nella nostra regione.

Qui sotto gli articoli pubblicati dal Messaggero Veneto di oggi (p. 14 e p. 25):