Indubbiamente un titolo questo, da far
tremar le vene e i polsi per citare la celebre endiadi dantesca, anche per
la data 2020. Oltre 10 anni fa, il 2002 costituì l’orizzonte di molti documenti
programmatici per traguardare azioni innovative decisive per il futuro del
pianeta e dell’Umanità che lo abita. Ne ricordo soltanto uno il Covenant of Mayors 2020, il primo
documento a livello mondiale che vedeva i sindaci impegnarsi per l’abbattimento
delle emissioni di CO2 da fonti fossili. E invero, il DEFR che ci è
stato presentato costituirebbe un’ottima premessa ad un DEFR per un anno
simbolicamente così epocale, contiene molte parole chiave importanti ed è pieno
di auspici e di buoni propositi. Purtroppo, questo documento però risulta già
finito prima di incominciare con la vera sostanza. Questo documento riduce il
DEFR, che dovrebbe essere il documento programmatico capitale di
un’amministrazione, ad un mero adempimento
burocratico, formulato certamente con coscienziosa genericità da puntuali
funzionari e dirigenti. L’unico merito della Giunta è quello della franchezza,
perché non hanno mai cercato, durante tutta la lunga settimana di attività in
commissione, di spacciarlo per qualcosa di importante. Tutti gli assessori
hanno infatti implicitamente condiviso con me la sua inutilità, nella
formulazione attuale, semplicemente non facendo mai alcun riferimento ad esso!
Fossi stato in loro avrei presentato con orgoglio un DEFR, soprattutto
dopo un anno di lavoro, anche con il desiderio di rivendicare i risultati
ottenuti.
Per rispetto istituzionale e slancio ideale, farò comunque delle
osservazioni in questo silenzioso deserto.
- La prima è una considerazione:
la genericità a volte ha un merito, quello di svolgere una funzione eufemistica. Ecco che le drammatiche,
quanto ottuse applicazioni del criterio del “prima i residenti da 5 anni”,
riformulazione friulan-giuliana del “prima gli italiani” tanto caro al governo
insediato a Roma nel 2018, ne esce ripulita: Missione 12 – Programma 6 – Interventi
per il diritto alla casa diventa “verranno valorizzati gli anni di
residenza”. Tremo al pensiero di quali prepotenze ed esclusioni si celeranno
dietro a questa minaccia rappresentata in modo così angelico.
- Missione 18 – Relazioni
con le altre autonomie territoriali e locali. L’unico tentativo fatto in Commissione di sostanziare i tre paragrafetti
sull’assetto degli enti locali e in particolare cosa si intenda per assetto istituzionale che comprenda un nuovo
livello di governo intermedio per le funzioni sovracomunali e di area vasta
e come questo si raccorderà con la prevista revisione
organica della disciplina regionale delle forme collaborative tra enti locali
attualmente costituita dalle UTI hanno solamente innescato il trasporto
dell’Assessore attraverso una macchina del tempo ad oltre un anno fa,
scatenandolo in un’invettiva contro le UTI. Nulla è valso dirgli che dopo 14
mesi suona strano che si continui ad assegnare senza adeguato personale la
gestione dell’edilizia scolastica delle scuole superiori, proprio alle UTI!
- Missione 13 – Tutela della
Salute. Ottima. Soprattutto perché la Giunta è
ritornata sui suoi passi riconoscendo la superiorità del modello proposto dalla
riforma Telesca-Serracchiani rispetto a quello da loro propagandato in campagna
elettorale. Leggiamo infatti: “…aziende
che recuperino i percorsi virtuosi realizzati negli anni dalla nostra regione
e… comprendano al loro interno sia l’area territoriale sia quella ospedaliera”.
- Missione 16 – Agricoltura,
politiche agroalimentari e ambiente. La legge di
assestamento che discuteremo tra breve, vedrà misure per compensare le gravi
criticità derivanti dalla cimice asiatica, dalla sofferenza delle api, dal calo
della produzione di kiwi, dalle problematiche sulle patate … per non menzionar
dei molluschi. Ma la nostra Regione si illude ancora che un Fondo regionale per la gestione delle
emergenze in agricoltura per il sostegno e gli indennizzi alle aziende per le
perdite causate da epizoozie, fitopatie,
infestazioni parassitarie, avverse condizioni atmosferiche e calamità naturali?
Ormai a livello internazionale si parla invece dell’elefante nero, crasi tra quel cigno
nero che indica un evento inaspettato e quell’elefante nella stanza, che tutti vedono ma che nessuno vuol
dichiarare che c’è. Ben altro dovrebbe essere l’atteggiamento nei confronti di
queste dinamiche che non sono più emergenziali, ma strutturali. Ci vorrebbero
osservatori, gruppi di lavoro, pianificazioni di interventi. Non basta erogare
i soldi per l’aspirina. Insomma qui ci vorrebbe un documento come un DEFR per
elencarle… e qui mi fermo.
- Lo stesso ragionamento si
potrebbe svolgere per la Missione 9 – Sviluppo sostenibile e tutela
del territorio e dell’ambiente. Niente di nuovo sul fronte
occidentale. Sì c’è un riferimento ai 17
obiettivi dello sviluppo sostenibile dell’ONU. Ma nel 2009 io firmavo il Covenant of Mayors per l’abbattimento di
Co2 da fonti fossili e a tutt’oggi forse solamente Udine c’è
riuscita. L’obiettivo per il 2030 è l’abbattimento del 40% delle emissioni rispetto
al 1990! Quali segnali ambientali dobbiamo ancora aspettare, quante Vaia, prima
di dare il nostro contributo a cambiare passo?
- Missione 12 – Diritti
sociali, politiche sociali e famiglia. Si
conferma quanto c’è di buono nella tradizione e visione dei servizi sociali di
questa regione, ma sono scomparsi i diritti.
La famiglia è coniugale e genitoriale in
primis, le altre sono forme solidaristiche
che non meritano di essere analizzate, sono residuali. Una visione rivolta
all’indietro, indifferente a volumi e volumi di ricerche sociologiche, sentenze
di tribunali, vita reale e quotidiana di nostri cittadini. Infine non c’è
ragionamento su come colmare la distanza tra i beneficiari del reddito di
cittadinanza e coloro che beneficiavano di misure di inclusione attiva. E
questo è indicatore di una mancanza ben più grave.
- Missione 15 – Politiche
per il lavoro e la formazione professionale. Anche qui Business as usual. Nemmeno un grido
d’allarme per la diaspora delle forze lavoro, nessuna idea nuova per la lotta
allo squilibrio e le disparità di contratto, per la tutela dei lavoratori
esternalizzati e in subappalto.
In conclusione la Regione si è dimenticata che il benessere è
soprattutto relazionale e mentale. E questo passa attraverso l’inclusione e i
diritti alla diversità. Siamo tutti diversi di qualche diversità. Il
semplicismo di “prima gli italiani” ha fatto perdere di vista il fatto che ogni
italiano, come tutte le altre persone in questo pianeta, in quanto ogni essere
umano è diverso da tutti gli altri.
In sintesi si potrebbe dire che il traguardo simbolico del 2020 è stato brillantemente tagliato all’insegna del business as usual: i sonnambuli ci stanno facendo fare un ulteriore passo verso il precipizio. “Don’t Think Twice, it’s all Right”.
Qui puoi trovare l’ultima versione del Documento di Economia e Finanza Regionale 2020 (DEFR).