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Relazione di minoranza Honsell su strumenti manovra di bilancio

Giunti alla quinta e ultima manovra di bilancio della XII legislatura, dopo un biennio tra i più opulenti che la storia di questa Regione Autonoma ricordi (ancorché dovuto, in parte, all’incapacità di spendere il denaro per mancanza di progettualità e al conseguente elefantiaco avanzo di amministrazione accumulato), forti di un incremento di entrate tributarie per 5,659 milioni di Euro (in verità 5,716), quindi 140 in più del 2022, per un totale di ben 295 milioni di risorse manovrabili in più del 2022, con una previsione di entrate complessiva a fine 2022 di 8,147 miliardi a fronte dei 7,315 dell’anno precedente e con una previsione di cassa di ben 14,205 miliardi a fronte dei 12.748 del 2022, ci saremmo aspettati qualcosa di ben più ambizioso che non la mera ordinaria amministrazione! Dopotutto, si dovrebbe governare anche per la Storia, e non solo per le preferenze! Ci saremmo aspettati qualcosa che rendesse memorabile la Giunta Fedriga e la sua maggioranza. Ci saremmo almeno aspettati un Consiglio delle Autonomie coraggioso nel rivendicare il proprio ruolo territoriale di fronte a tanto denaro. Invece, nulla di tutto ciò. Di cospicuo in questa manovra, oltre alla massa di denaro, non c’è proprio nulla se non proprio il vuoto, l’assenza di qualsiasi strategia di programmazione, finanche della consapevolezza che siamo entrati nel XXI secolo!  È una manovra di bilancio che si ispira al passato, prigioniera del più vecchio e muffito paradigma politico: ovvero cavalcare slogan e costruire opportunisticamente consenso attraverso contributi. Non emerge nemmeno una azione coraggiosa, verso la transizione energetica, o verso la sostenibilità, o verso una sanità più affidabile, o verso una valorizzazione delle autonomie locali. Il trittico di leggi che costituisce questa manovra di bilancio è assolutamente anonimo, banale: business-as-usual. Forse, ciò era inevitabile, visto che assolutamente anonimi sono stati tutti questi cinque anni in Friuli Venezia Giulia, guidati da una Giunta e una maggioranza tese a spartire risorse senza strategie concrete al di là degli annunci, preoccupate più di effimere apparizioni sui media che di incidere in modo durevole sul progresso della nostra comunità.

Questa manovra ignora palesemente le due derive gravissime che ci condurranno come sonnambuli all’esplosione di un effetto domino socio-ambientale che renderà il pianeta inabitabile in molte sue parti. Entrambe queste derive sono la conseguenza di uno squilibrio ingiusto, riguardo al quale è gravemente colpevole procrastinare una compensazione. Cresce la disuguaglianza economica tra le classi sociali, che non permette più di rendere esigibile l’articolo 3 della Costituzione Italiana sul piano sincronico, mina la coesione sociale e con essa la stessa democrazia. Parallelamente cresce il saccheggio delle risorse planetarie di acqua, suolo e aria, e cresce l’indifferenza per il volume di emissioni di CO2 e altri gas serra climalteranti, scaricato in atmosfera. Tutto ciò provoca un’altrettanta lampante inesigibilità dell’articolo 3 della Costituzione Italiana, sul un piano diacronico però, nei riguardi delle generazioni a venire, che saranno schiacciate dal peso dei debiti finanziari e ambientali scaricati su di esse. La sostenibilità avrebbe dovuto essere la trama di questa manovra, perché solamente la sostenibilità può essere, nel XXI secolo, il punto archimedeo su cui fare leva per affrontare il futuro. Questo trittico normativo non sembra accorgersi invece né dei devastanti numeri sulla povertà relativa e assoluta, né dei numeri sui working poors, i NEET e gli scoraggiati della regione, né degli indicatori ambientali. Si continua a elargire contributi senza legarli al bisogno, e non si fa nulla per contrastare il riscaldamento globale e quindi tutte le sue tremende conseguenze: siccità, fenomeni estremi, perdita di habitat e biodiversità.  Nella mia relazione al NADEFR ho stigmatizzato gli indicatori relativi alla nostra regione che ritengo più negativi e preoccupanti, che però erano stati trascurati, nonché il deficit di programmazione per compensarli ivi previsto. Poiché ogni anno manca il tempo per ragionare di prospettive riporto qui alcune considerazioni svolte anche in quella relazione. Malgrado il quoziente rivendicato trionfalmente dal Presidente Fedriga nel NADEFR 2023 di un PIL pro/capite di 33.000€ in FVG, il numero dei nuclei con figli minori, ma con ISEE inferiore a 30.000€ in FVG, è cresciuto del 10% solo nel 2021, fino a raggiungere circa 60.000 nuclei. La Giunta sfoggia il fatto che la percentuale delle famiglie in povertà relativa in FVG sia la metà di quella a livello nazionale, ma facendo i calcoli, questi sono pur sempre il 5,7% delle famiglie, ovvero quasi 30.000 nuclei. Analogamente la Giunta molto si compiace che le persone al di sotto della soglia di povertà siano solo l’8,3%, rispetto al 14,8% della media nazionale, ma sono pur sempre quasi 100.000!

Di fronte all’indolente incoscienza socio-ambientale di questa manovra di fine legislatura, e all’inconsistente banalità di questo trittico di leggi, non riesco a scacciare dalla mente i versi finali della poesia The Hollow Men, di T. S. Eliot[1]:

This is the way the world ends

This is the way the world ends

This is the way the world ends

Not with a bang but a whimper.

In questa relazione non ripeterò nei dettagli quanto ho cercato di proporre in questi cinque anni, inascoltato, in tema di emissioni, di diritto allo studio, di innovazione, di cultura, mi limiterò solamente ad illustrare, in modo cursorio e sconsolato, la vertiginosa distanza prospettica tra la visione che ho proposto come Open Sinistra FVG in questo quinquennio e le norme di questa manovra.

Transizione energetica e misurazione dell’impronta carbonica nelle scelte legislative. Decine di milioni vengono elargiti ad aziende, istituti scolastici, enti vari, ecc. in quasi tutti gli articoli per l’abbattimento dei maggiori costi delle bollette energetiche (ciascuno a favorire i propri clienti), ma a nessuna categoria di soggetti viene richiesto di ragionare obbligatoriamente su un possibile efficientamento, e per nessuno di questi ambiti viene varato,  pur potendolo fare sulla base delle disponibilità economiche, un piano organico per la transizione energetica e la riqualificazione, ad esempio, degli edifici. Sono tutti contributi a fondo veramente perduto perché al di là del sollievo momentaneo non accrescono valore. Inoltre i contributi maldestramente promessi retroattivamente dal Presidente Fedriga per il fotovoltaico domestico sono ancora da disciplinare e comunque saranno spartiti senza tener conto delle disponibilità dei beneficiari e quindi andranno ad accrescere la disparità e la povertà energetica. Centinaia sono i milioni erogati agli enti locali attraverso i meccanismi di concertazione ma, anche in questo caso, nessun criterio è stato introdotto affinché queste risorse vadano investite nella direzione della sostenibilità, anche perché quasi nessun comune ha un PAESC, come da tempo richiediamo. Negli articoli sul turismo si parla più di impianti di risalita a fune che di turismo lento e sostenibile. Clamorosamente, nella legge di bilancio vengono confermate parecchie decine di milioni di euro (55 milioni di euro a consuntivo 2022) per incentivare i consumi di gasolio e benzina degli autoveicoli privati inquinanti. Incidentalmente faccio qui notare che questi contributi che di fatto arricchiscono solamente le multinazionali degli idrocarburi fossili, valgono la metà delle entrate per la compartecipazione dell’imposta erariale sui carburanti. Quindi l’operazione benzina agevolata che tanto infiamma gli entusiasmi di quasi tutto l’arco di questo emiciclo, all’opposto di quanto sostiene l’Assessore Scoccimarro, finanziariamente è un’operazione totalmente in perdita, perché nemmeno i più spudorati sostenitori di questa norma immorale hanno mai stimato che l’assenza di contributi comporterebbe una riduzione del 50% dei consumi su tutto il territorio regionale! Le spese sulla Missione 9 – Sviluppo sostenibile e tutela dell’ambiente e territorio sommate a quelle sulla Missione 17 – Energia e diversificazione delle fonti energetiche, non raggiungono il 3% delle entrate di questo bilancio. Negli anni successivi è previsto che tale percentuale scenda ulteriormente. Tutto ciò è di vergognosa eloquenza. Sorridiamo, per non piangere, nel rilevare che nel NADEFR-partecipate, la crisalide UCIT non sappia ancora che la sua attività nel 2023-2025 sarà ben diversa da ciò che colà dichiara, in quanto, completata la sua metamorfosi in FVG Energie farà[2], sàcusate dovrei dire “è stato annunciato che farà”, in 5 mesi quello che non è stato fatto in 5 anni dall’intera Regione in fatto di transizione energetica e riduzione delle emissioni. Infine dal documento ISTAT Rapporto SDG 2022 [3] si legge: “Per il Goal 6 (Acqua) Lazio, Sicilia, Veneto e Friuli-Venezia Giulia sono le uniche regioni distanti dalla media Italia”. Leggendo i dettagli della manovra non sembra esserci consapevolezza di questo fatto, eppure la nostra regione sarà particolarmente esposta alla all’aumento di temperatura e alla siccità.

Sanità. Di tutt’altro peso è la Missione 13 – Tutela della salute. Qui la spesa supera il 50% del Bilancio ma è spesa concentrata per oltre il 90% su un unico capitolo, il 4364/S, previsto nell’ambito dell’asettico (è proprio il caso di dirlo) programma dal titolo Finanziamento ordinario corrente per la garanzia dei LEA. Questo capitolo, il cui utilizzo sfugge completamente dal controllo del Consiglio, è assegnato direttamente ai Direttori Generali delle 4 mega-aziende e l’efficacia di tale investimento dipende quindi esclusivamente dalla proporzione tra l’intelligenza fluida e quella cristallizzata (come definite dallo psicometrista Cattell negli anni ’60) di cui dispongono, sempreché l’Assessore Riccardi, che spesso appare invece come il vero deus ex-machina del sistema sanitario, non eserciti un controllo più puntuale. Il fatto che la sanità in Friuli Venezia Giulia stia progressivamente degradandosi è ormai fatto incontestabile: le oltre 15.000 firme raccolte dal Comitato per la Sanità Pubblica in poco più di un mese e i molti comitati a difesa degli ospedali minori dimostrano un forte bisogno di sanità che non trova risposte adeguate. Sono molto gravi e preoccupanti i seguenti aspetti della sanità in FVG: le valutazioni negative del rilevamento Bersaglio della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa del 2022 relativamente all’obsolescenza delle attrezzature e l’inappropriatezza delle cure; la diaspora di professionisti a tutti i livelli dalla sanità pubblica verso il privato, accompagnata dai numerosi segnali di una profonda insoddisfazione del clima lavorativo nelle aziende; la progressiva esternalizzazione di tanti servizi senza che si riducano le liste di attesa; la progressiva privatizzazione anche all’interno delle stesse strutture pubbliche con il fenomeno dei gettonisti e delle cooperative esterne impiegate anche nella gestione di servizi essenziali; la mancanza di qualsiasi indagine sul benessere organizzativo  aziendale. È estremamente grave che né nel NADEFR né nella manovra sia reperibile alcunché che permetta di affrontare anche uno solo di questi gravissimi problemi. In questi anni l’Assessore ha costituito tre mastodontiche mega-aziende che sono difficilissime da governare e sembrano andare alla deriva a fronte dell’enormità dei bisogni a cui sono chiamate a rispondere, aziende che nel prossimo anno vedranno ulteriormente espandersi la loro attività da aziende territoriali-ospedaliero-universitarie in aziende territoriali-ospedaliero-universitarie-socio-assistenziali. Richiederemo all’Assessore un forte impegno a garantire risposte concrete a tutte le problematiche sopra citate a partire dalla continuità assistenziale e il pronto soccorso nelle aree periferiche, e soprattutto la riduzione dei tempi di attesa. Molto grave appare anche la mancanza di informazioni sulle novità che avrebbe dovuto portare il PNRR in tema di organizzazione sanitaria, ovvero la costituzione di quelle Case della Comunità che dovevano implementare insieme agli infermieri di comunità il nuovo modello di sanità territoriale e medicina di iniziativa. Aspettiamo da decenni in questa regione questo cambiamento di paradigma per gestire la medicina preventiva e le problematiche croniche e evitare l’approccio meramente prestazionale che, se aziendalisticamente si gestisce comodamente, è quasi sempre troppo tardivo e quindi invasivo. Non dimentichiamo che questa regione era ai vertici della sanità pubblica nazionale, ma non lo sembra essere più! D’intesa con le altre opposizioni intendiamo proporre un mega-emendamento che impegni l’Assessore ad una vigilanza maggiore sull’operato delle aziende affinché la sanità dia risposte più attente e puntuali sui temi sopra sollevati, mirando ad un approccio orientato al risultato piuttosto che all’adempimento. Sotto il profilo strettamente finanziario, rilevando che sebbene vi sia stato un aumento delle risorse di circa il 4% nel 2023, rispetto al previsionale dell’anno scorso, il consuntivo del 2022 risulta di molto superiore. Alla luce dell’enormità dei problemi rilevati sarebbe stato dunque opportuno investire in sanità una quota ben superiore dei soli 45milioni di spesa corrente e dei 67 di spese per attrezzature in più rispetto al 2022, vista l’entità delle risorse manovrabili disponibili in questo bilancio.

Opere pubbliche e trasporti. Innumerevoli volte in questi cinque anni abbiamo proposto il recupero, anche in chiave di produzione di energia elettrica da fotovoltaico, delle aree dismesse e tra queste gli oltre 100 km2 di aree ex-militari. Ma nulla di significativo in questa direzione compare nella manovra.  La nostra regione è sopra la media nazionale per il consumo di suolo, ma senza particolari preoccupazioni vengono invece investite somme importanti per compensare gli aumenti delle materie prime nei quadri economici di opere forse superflue o addirittura avversate dalle comunità locali nell’articolo 5. Più volte avevamo proposto di rivedere le opere impattanti dal punto di vista del consumo di suolo. Si pensi solo alla Palmanova Manzano. Dal punto di vista dei trasporti, mentre in tutto il mondo occidentale vengono messi in discussione i trasporti aerei là dove sono sostituibili da quelli ferroviari, il Friuli Venezia Giulia va invece in direzione opposta. Nel NADEFR-partecipate la società Aeroporto FVG non sembra essersi accorta di tali problematiche e continua a progettare un incremento dei voli e delle destinazioni. Di investimenti, d’intesa con RFI, per il potenziamento delle linee ferroviarie locali e della frequenza dei treni non se ne parla proprio, invece.

Diritto allo studio. In questi cinque anni abbiamo richiesto costantemente l’incremento delle risorse per la formazione e la ricerca. Abbiamo richiesto l’abbattimento delle tasse universitarie per tutti, più borse di dottorato, anche per contrastare la diaspora dei cervelli e l’istituzione di nuovi corsi di laurea in area sociosanitaria. Purtroppo non vi è nulla di rilevante in questa manovra finanziaria al riguardo, tutto è business-as-usual. Anzi non viene nemmeno compensata simbolicamente la tassa regionale sul diritto allo studio (articolo 7, comma 1, del DDL 182). Poca attenzione è stata riservata da parte della Regione FVG, a nostro avviso, alle problematiche che gli istituti scolastici hanno avuto per i rincari dei servizi in seguito all’inflazione. Come è apparso sui giornali, è concreto il rischio che si vengano a creare delle pesanti disparità tra gli studenti le cui famiglie possono permettersi i contributi volontari e quelli le cui famiglie non possono farlo. Non è accettabile che la Regione rimanga a guardare inerte, dall’alto delle sue vertiginose entrate fiscali, sostenendo che vi è autonomia scolastica oppure delegando tutto agli EDR.

Sport e tempo libero. È imbarazzante che la Protezione Civile si sia adoperata a cementificare la strada di accesso al Monte Lussari spendendo quasi un milione e mezzo di euro, originariamente destinati per il ripristino del territorio dopo la tempesta Vaia, in modo da favorire una manifestazione di ciclismo professionistico privata e molto invasiva quale il Giro d’Italia. Chi si assumerà la responsabilità dell’intervento e delle sue conseguenze ambientali permanenti? È legittimo che per uno spettacolo commerciale-sportivo transitorio vengano deviate risorse pubbliche così ingenti senza un’analisi costi-benefici? È imbarazzante che vengano spacciati investimenti per impianti di biathlon come investimenti per lo sviluppo sostenibile e la tutela dell’ambiente. Ma quanto costerà globalmente alla Regione FVG, ospitare la poco conosciuta manifestazione EYOF, la cui spesa è spalmata su numerose missioni di cui veniamo a conoscenza con il contagocce? È legittimo operare così? Quale frazione di questo oneroso investimento di parecchi milioni, e delle altrettante onorese anticipazioni fornite da vari assessorati, quasi la Regione fosse un istituto bancario, sarà di beneficio alla nostra montagna, al di là dell’effetto propagandistico in chiave elettorale per alcuni consiglieri?

In chiusura delineo alcune problematiche che necessiterebbero di ben altro spazio e approfondimento che purtroppo in commissione non c’è stato.

In primo luogo cito la seconda tranche dei 10 milioni previsti in base all’accordo con la Novartis, articolo 7 commi 51-57. La richiesta di un approfondimento in Commissione congiunta sanità-ricerca di tale accordo di programma non è stata ancora evasa. Pertanto permangono tutti i dubbi su questo opaco accordo, che prevede di legare la Regione ad un’unica casa farmaceutica e di mettere a disposizione i nostri dati sanitari, ancorché aggregati, ma nel quale non viene specificato il contributo della multinazionale che, se l’accordo fosse davvero a nostro vantaggio, dovrebbe invece copiosamente investire. Questo tema porta a segnalare anche la marginalità con la quale in questo bilancio è stato trattato il tema dell’innovazione, delegando essenzialmente quasi tutto al POR/FESR. Almeno possiamo dire Grazie Europa!

Si esprime preoccupazione sull’andamento della programmazione delle iniziative di Nova Gorica/Gorizia Capitale Europea della Cultura 2025, che a meno di due anni appare ancora molto incerta.

Relativamente alle Autonomie Locali si segnalano tre gravi questioni, che non sembrano ricevere risposta.  Perdura l’incertezza sui criteri con i quali viene formulata la tabella Y relativa all’extra-gettito che tanta agitazione suscitò cinque anni fa, ma che oggi, pur essendo la situazione immutata, appare stranamente sedata. La seconda riguarda il fatto che per gli anni 2024 2025 non appare quel paracadute finanziario per tutelare i Comuni da eventuali nuovi extra-gettiti a seguito della regionalizzazione dell’IMU.  A nostro avviso quella norma scarica sugli enti locali una notevole responsabilità e quindi un paracadute per i primi anni di applicazione sarebbe dunque indispensabile. Infine non sembra essersi risolta l’annosa questione della mancanza di personale, in primis i segretari comunali, presso gli enti locali. Dopo l’azzeramento forzato delle UTI rileviamo che si sono aggravati i problemi gestionali per tutti i comuni, ma non c’è traccia della riforma degli enti locali promessa.

Segnaliamo infine l’assenza, nel corposo faldone dei documenti di questa manovra, l’analisi della strategia adottata per fronteggiare quel fenomeno che ormai ci eravamo dimenticati di tenere a bada, ma che crescerà nel 2023, ovvero l’inflazione, che si prevede raggiungerà il 10%. Poiché manca una discussione di tale problematica ci si domanda se davvero questa manovra permetterà di mantener la qualità dei servizi, al netto di tutti i contributi promessi.

Per completezza segnaliamo anche la marea di contributi e proroghe di rendicontazione previste in tutti i settori. Numerose sono anche le devoluzioni o i rimbalzi di cospicui risorse tra soggetti attuatori, che non decidono di avviare le opere. Ci limitiamo a citare, uno per tutti, il caso di Gorizia. Siamo avviati a vedere incrementare l’avanzo di amministrazione non solamente della Regione, ma di tutti i beneficiari della sua munificenza.

Abbiamo dato parere contrario in Commissione a tutte e tre le leggi in questione e a quasi tutti gli articoli. Non presenteremo ordini del giorno, perché ormai non c’è più tempo per poterli attuare entro la fine legislatura. Faremo invece, come sempre, con spirito costruttivo alcuni emendamenti, pur con l’amara consapevolezza che la mentalità con la quale è stata concepita questa manovra di bilancio rende le tre norme quasi inemendabili per noi di Open Sinistra FVG e viceversa rende i nostri emendamenti ideologicamente inaccettabili per questa maggioranza. Chiudo dunque con una domanda: “Fino a quando si può ancora distribuire denaro pubblico senza tenere conto del bisogno dei cittadini di oggi e di quello delle future generazioni, se ce ne saranno, Presidente Fedriga?”

Testo DDL n. 182 “Legge collegata alla manovra di bilancio 2023-2025” | DDL n. 183 “Legge di stabilità 2023” | DDL n. 184 “Bilancio di previsione per gli anni 2023-2025”

Note:

[1] https://allpoetry.com/the-hollow-men

[2] Legge regionale 29 novembre 2022, n. 18 “Disposizioni regionali per la transizione energetica” https://lexview-int.regione.fvg.it/FontiNormative/xml/IndiceLex.aspx?anno=2022&legge=18&fx=leg

[3] https://www.istat.it/storage/rapporti-tematici/sdgs/2022/Rapporto-SDGs-2022.pdf

Open Sinistra FVG: voto assolutamente contrario a NADEFR

“Oggi in Consiglio Regionale ho espresso come Open Sinistra FVG voto assolutamente contrario alla Nota di Aggiornamento al Documento di Finanza Regionale (NADEFR) per il prossimo triennio 2023-2025. Questo documento non propone nessuna strategia per affrontare le principali criticità regionali. Queste sono la crescita della percentuale di persone in povertà relativa e di persone in stato di povertà. Sono peggiori della media italiana la qualità dell’aria, la percentuale di aree inquinate, lo spreco e la cattiva gestione dell’acqua. Ma nulla di concreto è programmato. Anche in tema di Sanità nulla viene pianificato per risolvere le criticità messe in luce dall’analisi della Scuola Sant’Anna di Pisa, ovvero obsolescenza delle attrezzature e inappropriatezza delle cure. Nulla è pianificato per frenare la progressiva privatizzazione della sanità che sta creando enormi disparità tra i nostri cittadini”. Così si è espresso Furio Honsell Consigliere Regionale di Open Sinistra FVG.

Relazione di minoranza Honsell a NADEFR 2023

questo documento di 120 pagine, presentato alla fine di una legislatura, dovrebbe offrire un quadro appassionato e appassionante di come la Regione Friuli Venezia Giulia, a incominciare dal suo Presidente Fedriga, sulla base di quanto è stato posto in essere nel quinquennio 2018-2022, immagina il prossimo triennio 2023-2025. Invece, già nell’introduzione del Presidente, il documento guarda solo al passato e, timorosamente, parla di un’economia azzoppata, di un futuro in salita. Ma allora non sono serviti a nulla questi anni di oggettiva straordinaria disponibilità finanziaria, senz’altro i più opulenti che la storia registri, per rendere il Friuli Venezia Giulia più resiliente e pronto per le sfide del XXI secolo? In verità, vengono snocciolati alcuni numeri che riflettono i risultati positivi conseguiti dal sistema economico regionale nel 2022, ma questi non sono posti in prospettiva. Delle vere sfide del futuro che sono l’ambiente, la salute, il lavoro e l’equità non si fa menzione e nell’articolazione del documento non vi è nulla che le ponga in rilievo. Colpisce, che nell’ultima occasione nella quale il Presidente ci poteva consegnare un messaggio importante, in vista anche di una sua futura candidatura, egli non offra nulla di programmatico, non dia nessuna visione, salvo un generico auspicio di un altrettanto generico patto forte tra istituzioni, enti locali, imprese e cittadini, che almeno sul piano retorico non sfigura mai. Questo documento dal nome roboante si sgonfia quindi repentinamente nell’ennesimo tra i molti adempimenti a cui questa Giunta ci ha abituati nei momenti cruciali. È il suggello di cinque anni anonimi nei quali invece di intraprendere una rotta ambiziosa la Giunta ha bordeggiato, senza perdere di vista nemmeno per un istante una visione che apparteneva al passato, un modello ormai vecchio e insostenibile di regione.

In verità i documenti sono 2 ma il NADEFR relativo alle società controllate e partecipate, parzialmente già analizzato alcune settimane fa in occasione del Bilancio Consuntivo 2021, è troppo generico e forse un po’ superficiale. Basti citare il caso dell’UCIT che nel NADEFR-Controllate è convinto di veleggiare business-as-usual controllando le nostre caldaie nel 2023-2025 ma non sembra sapere ancora di essere diventato protagonista, trasformato in FVG Energia grazie all’importantissima grosses Gesetz n. 160, di quasi metà degli obiettivi della Missione 17 “Energia e diversificazione delle fonti energetiche”.

Dispiace che i pur valenti uffici non siano stati incaricati di svolgere un’analisi approfondita sul posizionamento di questa regione rispetto agli indici SDG, BES, ecc. Continua a non esserci, infatti, un quadro completo degli indicatori, né una giustificazione del criterio con il quale ne sono stati selezionati solamente alcuni. Né si dà ragione del perché alcuni indicatori siano scomparsi rispetto al DEFR di luglio (erano forse troppo negativi? Non si potevano aggiornare, negli ultimi 4 anni?). Ad esempio è scomparso il dato sulla Qualità dell’aria urbana – PM2.5 % di misurazioni valide superiori al valore di riferimento per la salute, definito dall’Oms (10 μg/m3), sul totale delle misurazioni valide delle concentrazioni medie annuali di PM2,5 per tutte le tipologie di stazione (traffico urbano e suburbano, fondo urbano e suburbano, rurale) rispetto al quale eravamo di 10 punti sopra la media nazionale. Al riguardo, nella Missione 9 “Sviluppo sostenibile e tutela del territorio e dell’ambiente”, si dichiara genericamente che si attueranno delle misure per il miglioramento della qualità dell’aria, senza dire però quali. Mi auguro che non sia prevista solamente quella di non guardare più questi indicatori perché troppo imbarazzanti. Mancano anche i dati sull’ozono (e le misure per contenerne le relative concentrazioni) che la stessa ARPA dichiara: “Per quanto riguarda l’ozono il 2021 è stato un anno peggiore rispetto al 2020, ma tutto sommato in linea con il triennio precedente (2018-2020), con un netto aumento del numero di superamenti della soglia giornaliera di 120 μg/m3[1]. Manca il dato sulle aree contaminate; relativamente a queste cito, dal capitolo Ambiente del documento ISTAT “Rapporto BES 2020: il benessere equo e sostenibile in Italia”[2], la frase: “In termini assoluti, il Piemonte è la regione con una maggiore estensione di superficie contaminata (108.207 ettari), seguito da Sardegna, Lombardia, Puglia, Friuli-Venezia Giulia, che presentano superfici contaminate superiori ai 10.000 ettari”. Ciò significa che per il FVG le aree contaminate sono quasi il 2% del territorio, siamo la seconda regione in Italia rispetto a questo indicatore! Sempre nella Missione 9 viene dedicata quasi mezza pagina a questo tema ma si parla solamente di procedure organizzative (tavoli tecnici, piani, regolamenti, ecc.) non di quali azioni si intende porre in essere per ridurre la percentuale di tali superfici. Non ci sarà quindi modo di valutare se la burocrazia e le consulenze attivate avranno dato effetto. Circa il consumo di suolo il FVG è sopra la media nazionale. Sempre dal documento ISTAT Rapporto SDG 2022[3] si legge: “Per il Goal 6 (Acqua) Lazio, Sicilia, Veneto e Friuli-Venezia Giulia sono le uniche regioni distanti dalla media Italia” e poi dal Rapporto BES 2020 si legge: “Un livello di perdite idriche totali di rete inferiore a quello nazionale si rileva in tutte le regioni del Nord, ad eccezione del Friuli-Venezia Giulia. Cercando i dati[4] si trova che il livello di perdite è del 45,7%. Non c’è né nel NADEFR né tantomeno nella Stabilità uno sforzo per colmare questo deficit. Evidentemente si immagina di ridurlo grazie alla siccità che asciugherà le condotte! Certamente alcune modifiche degli indicatori manifestano solamente la furbizia dell’estensore, ma non è con la furbizia che si risolvono le criticità! Cito ad esempio il tasso di crescita delle coltivazioni biologiche, introdotto quest’anno nel NADEFR. È estremamente positivo 23,4%, ma riportare solamente la derivata prima positiva di questo indicatore quest’anno senza dire nulla della ben più persistente derivata prima negativa degli anni passati nonché il basso valore assoluto attuale. Nulla poi si dice più sull’uso di fertilizzanti o di fitofarmaci che erano abbondantemente sopra la media nazionale fino al luglio scorso.

Volendo individuare con precisione ciò su cui si dovrebbe intervenire, si potrebbe andare alla ricerca di molti altri indicatori, che purtroppo non compaiono nel documento, a cui riferire in parallelo le azioni del NADEFR. Ma ci fermiamo qui perché il compito sarebbe demiurgico per una relazione. Abbiamo solamente indicato a futura memoria, alcune prospettive su quanto si sarebbe potuto fare e dire e non è stato né detto né fatto. Forse il vero scopo di questi adempimenti per la Giunta Fedriga è puramente mediatico: bisogna scopare sotto il tappeto i dati imbarazzanti, dati per i quali il NADEFR non è in grado nemmeno di immaginare azioni compensative o risposte, figuriamoci di pianificare le strategie per affrontarle!

I dati di contesto relativi ai cittadini di questa Regione meritano attenzione perché a mio avviso sono preoccupanti. Malgrado il trionfale quoziente rivendicato dal Presidente Fedriga di un PIL pro/capite di 33.000€ in FVG, roba da Hudson Yards, lo stesso documento, che egli firma 120 pagine dopo, segnala che i nuclei con figli minori con ISEE inferiore a 30.000€  in FVG è cresciuto del 10% solo nel 2021, fino a raggiungere i circa 60.000 nuclei, e che il valore medio dell’ISEE delle famiglie con almeno uno straniero è meno della metà di quelle italiane, quando la percentuale di stranieri si attesta intorno al 10% della popolazione. Il documento sfoggia il fatto che la percentuale delle famiglie in povertà relativa in FVG è la metà di quella a livello nazionale, ma facendo i calcoli, questi sono pur sempre il 5,7%, ovvero quasi 30.000 nuclei. Analogamente ci si compiace che le persone al di sotto della soglia di povertà siano solo l’8,3% rispetto al 14,8%. Ma sono pur sempre quasi 100.000. Preoccupanti sono i dati dei NEET (16,2%) ovvero i giovani da 15-29 completamente inattivi, che malgrado tutte le rassicurazioni ricevute per le nostre ormai quinquennali sollecitazioni all’Assessore al lavoro, non accennano a scendere. Anche il dato sui celibi-nubili e occupati, che vivono in famiglia indica che qualcosa non funziona nelle politiche della casa o sui lavoratori poveri.

Ma, Presidente Fedriga, quando la vogliamo smettere di dare contributi a chi non ne ha bisogno per pensare invece a chi bisogno ne ha? Le disparità e le disuguaglianze minano la democrazia stessa! Tutti questi dati dovrebbero trovare delle riposte precise nel DEFR perché evidenziano sperequazioni molto profonde, una difficoltà di raggiungere un’autonomia individuale, una potenziale crescita di lavoratori poveri. Ma, senza considerare questi numeri, le linee strategiche delle Missioni riconfermano invece le azioni varate nel passato che ci hanno condotto a questa situazione.

Il sistema industriale che pur fa registrare una buona ripresa nel 2022, non è sostenuto da un piano che lo irrobustisca. Nella Missione 14 sono infatti numerosissime le azioni previste, ma proprio questa pluralità di progetti è forse la nostra preoccupazione principale, perché indica una certa incertezza su dove agire e una conseguente dispersione delle risorse. Si parla della nuova partecipata FVG Plus, ma non si sa quando partirà. Si parla dell’insediamento siderurgico nella zona dell’Aussa-Corno, ma senza un progetto socio-economico organico si rischia di ritrovarsi con gli squilibri di Monfalcone dove il numero di lavoratori stranieri in ditte di subappalto non costituisce certamente un modello dignitoso di lavoro. Si parla di Zona Logistica Semplificata ma non si capisce chi e come dovrebbe trarne vantaggio. Si parla di produzione di idrogeno verde, ma non ci sono certezze sui finanziamenti, né tantomeno un cronoprogramma. Si parla di recupero di complessi produttivi degradati ma con quale strategia fare un revamping o una riqualificazione?

Il settore nel quale questo DEFR è più deficitario è proprio quello dell’ambiente, la Missione 9, che prevede miseri 141 milioni nel 2023 e poi meno di 100 nel biennio successivo. Si parla ancora di varare una strategia regionale per lo sviluppo sostenibile e per la mitigazione dei cambiamenti climatici, quando queste sono state promesse da tempo e non sono mai state accolte le proposte fatte anche da noi di Open Sinistra FVG e un po’ da tutta l’opposizione. Fino ad oggi si sono visti solamente contributi per incentivare l’utilizzo di combustibili fossili e l’unico vagito è stata l’approvazione della grottesca metamorfosi dell’UCIT. Questa missione, che avrebbe dovuto essere il punto archimedeo facendo leva sul quale definire tutto il NADEFR, sembra non essere al corrente dei dati spaventosi relativi alle conseguenze del riscaldamento globale che colpiranno questa regione: dall’aumento dei periodi di siccità all’aumento di temperatura. Non dimentichiamo che il FVG è regione con un’alta percentuale di territori montani che sono i più soggetti all’innalzamento di temperatura.

Anche la Missione 7 “Turismo” non appare molto consapevole del necessario cambiamento di paradigma a cui dovrà attenersi in futuro per muoversi verso un turismo più sostenibile e lento. Ci limitiamo a rilevare come al primo posto si prefiguri un piano per la valorizzazione del Monte Lussari previsto per il 2023, quando proprio quest’anno si è invece proceduto alla cementificazione della strada che lo raggiunge, per permettere un evento di ciclismo professionistico invasivo come il Giro d’Italia e tutto ciò per giunta con le risorse che derivano dal recupero della tempesta Vaia assegnate, udite, udite, alla Protezione Civile. Non riesco a immaginare un esempio più scriteriato dell’uso di risorse pubbliche!

La Missione 13 “Salute” presenta un’elaborazione inversamente proporzionale al peso che le attività di questa missione hanno sul bilancio della Regione. Anche in questo ambito c’è la massima indifferenza ai risultati molto negativi del FVG rilevati dallo studio Bersaglio condotto dalla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa. Nulla viene previsto per compensare le criticità per le quali questa regione risulta essere tra le peggiori: obsolescenza delle attrezzature e appropriatezza delle cure. Un misero paragrafo di tre righe liquida tutta la problematica relativa alla salute territoriale, la continuità assistenziale soprattutto nelle aree montane, le Case della Salute e gli infermieri di comunità. Infine nulla si dice riguardo al tanto strombazzato accordo con Novartis per gli anni 2023 e 2024, che ha visto dirottare sulla sanità i 10 milioni della prima tranche del 2022 il mese scorso.

Un’ultima osservazione riguarda la riforma dell’assetto delle autonomie territoriali. La promessa di far decollare le Provincie, fatta 5 anni fa dal Presidente Fedriga, non è stata mantenuta. Si delinea invece un percorso che vedrà una proposta di legge costituzionale, mentre gli EDR continueranno ad essere commissariati. Dunque quanto all’assetto degli enti locali, 5 anni di gestione Fedriga hanno prodotto solamente la demolizione certosina delle UTI.

In conclusione, questo documento rappresenta un’occasione perduta per affrontare le criticità di questo territorio e progettarne un futuro, e per la sua genericità e superficialità è sostanzialmente inutile, se non a dimostrare che questa Giunta ci ha guidati per 5 anni senza nessuna idea progettuale, ponendo in essere un mero esercizio di potere fine a se stesso. Il nostro voto convintamente contrario, come Open Sinistra FVG, al NADEFR 2023 è un voto contrario a come è stata condotta tutta la XII legislatura guidata dal Presidente Fedriga.

NaDEFR 2023 Regione FVG

Note:

[1] https://www.arpa.fvg.it/cms/hp/primopiano/Pi-ozono

[2] https://www.istat.it/it/files/2021/03/10.pdf

[3] https://www.istat.it/storage/rapporti-tematici/sdgs/2022/Rapporto-SDGs-2022.pdf

[4]https://public.tableau.com/app/profile/istat.istituto.nazionale.di.statistica/viz/SDGs_public_ottobre_2022/SDGs?publish=yes

Relazione di minoranza Honsell su DDL 175 di modifica L.R. 14/2010 su benzina agevolata

Non si può che rimanere esterrefatti nel leggere, quale sottotitolo a questo Disegno di Legge, “Norme […] di promozione per la mobilità individuale ecologica”. Il DDL n. 175 prevede un ulteriore incentivo al consumo di combustibili fossili, secondo l’assurdo principio “riceve di più chi consuma di più”, e quindi altro non produrrà se non l’aumento delle emissioni di CO2. Per giunta realizzerà questo “nobile” obiettivo riversando senza troppi scrupoli oltre 50 milioni di euro l’anno di fondi pubblici per lo più alle multinazionali degli idrocarburi e ai fondi di gestione che le controllano.

Ma come è possibile parlare di “mobilità individuale ecologica”, rispetto a questa norma, senza morir dal ridere di fronte alla possibilità di intenderla tale? Questa norma ha come principale effetto l’aumento dei consumi di benzina e gasolio soprattutto da parte delle classi più agiate, che nei loro spostamenti muovono autoveicoli di maggiore tonnellaggio, continuando a scaricare su tutta la collettività il costo del loro combustibile.

Ma come non ci si rende conto che questa norma è l’ennesimo esempio di ciò a cui si riferiva Karl Kraus nel 1914 was ehedem paradox war, wird nun durch die große Zeit bestätigt (tutto ciò che era un paradosso ce lo conferma questa nostra grande epoca)? L’imperativo morale di questa nostra epoca dovrebbe invece essere la riduzione delle emissioni di CO2! E per fare ciò non basta dichiararlo ai giornalisti perché lo scrivano il giorno dopo, caro Assessore e cari Colleghi, ma per il bene delle future generazioni bisogna rischiare anche di essere momentaneamente impopolari!

Come si può ancora dubitare che se si continua in quest’orgia (per giunta foraggiata da soldi pubblici) di consumo di combustibili fossili nel 2050 non ci sarà la guerra a sostegno di insensati regionalismi e nazionalismi, come tragicamente avviene adesso (con il pieno godimento delle nostre aziende produttrici di armamenti peraltro) ma si farà la guerra per il cibo, in un pianeta arso e desertificato?

Ma è possibile che in tanti, fuori da questo Consiglio, si accontentino di comperare il combustibile per qualche decina di centesimi in meno, e quasi tutti coloro che invece sono all’interno di questo Consiglio, si gratifichino in tale misero guadagno di consenso presso gli elettori, disinteressandosi tutti della catastrofe cui stiamo andando incontro? Non hanno forse ragione le giovani militanti di Just Stop Oil che, dopo aver imbrattato i vetri protettivi delle opere d’arte dei musei d’Europa, sostengono che è inutile tutelare l’arte se non pensiamo alle emissioni, perché quando noi non ci saremo più anche le opere d’arte non avranno più nessuno che le potrà amare!

Ma come non cogliere il dramma? Queste leggi stanno truffando il futuro alle generazioni che verranno!

L’Assessore Scoccimarro articola un ragionamento, che più volte abbiamo mostrato essere fallace. Secondo l’Assessore incentivare i consumi di combustibile con un modestissimo sconto riduce le emissioni perché altrimenti tutti andrebbero a fare il pieno molto più lontano da casa in Slovenia, in Austria, in Veneto. Tutti, sostiene, pur di pagare il gasolio qualche centesimo in meno al litro, sono pronti a fare decine e anche centinaia di chilometri in più e sottrarre tanto tempo al lavoro e alla famiglia. Assessore, lei non ha mai fatto un conteggio convincente, una stima quantitativamente affidabile, perché nessuno può davvero misurare questo controfattuale! Anche il ragionamento sulle mancate accise è tutto da dimostrare che sia in attivo rispetto ai contributi. E poi davvero lo scopo di una Regione è fare soldi a spese della salute dei cittadini? Come tutti sanno bene, il prezzo dei carburanti nella nostra regione è più alto perché, come accade ogni volta, i contributi producono inflazione, e le multinazionali, che sono poi quelle che fissano il prezzo della benzina, alzano il prezzo nella nostra regione. Senza dubbio i distributori di carburante in FVG venderebbero un po’ meno benzina, anche se a parte alcuni gestori che si trovano a ridosso del confine nessuno può davvero sapere di quanto, ma gli operatori ricevono una frazione infinitesima per ogni litro venduto in più! Se davvero volessimo sostenere il benessere di questi lavoratori dovremmo incominciare a sostenere una riqualificazione delle loro attività economiche. La loro attività va rivista se davvero vogliamo andare verso la decarbonizzazione, alla pari di quella dei minatori di carbone della Polonia. Negli oltre vent’anni da quando è entrata in vigore questa legge sciagurata, il FVG ha già speso ben più di un miliardo di euro! C’era tutto il tempo e le risorse per garantire loro contributi e forme di previdenza più che abbondanti come in Europa è stato fatto per altre categorie di lavoratori. Ma cosa fanno i nostri parlamentari europei?

Inoltre questo contributo è iniquo perché non distribuisce il contributo rispetto al bisogno. Sarebbe meglio utilizzare questi fiumi di denaro per migliorare i servizi di trasporto pubblico e ferroviario o si potrebbero prevedere contributi per la mobilità legati all’ISEE per le fasce sociali più deboli, o solamente per le automobili di modesta cilindrata. Temo però che il numero di litri in più acquistati sarebbe davvero misero perché le fasce sociali più fragili non hanno l’abitudine di girare a vuoto in macchinoni ma, glielo assicuro, chi ha davvero bisogno, conta anche i chilometri, caro Assessore! Certamente versare contributi pubblici affinché le automobili di grossa cilindrata possano andare più veloci, senza che i loro opulenti proprietari si interroghino nemmeno un istante, se sia il caso di cambiare il proprio stile di vita e di guida ormai divenuto insostenibile, è davvero inaccettabile eticamente!

Ritengo quindi questa legge vergognosa e, in Commissione, come Open Sinistra FVG ho dato parere contrario perché non uno degli articoli opera per il bene durevole dei cittadini, dei lavoratori della logistica, del pianeta.

Veniamo al dettaglio. L’articolo 1 estende addirittura la platea dei beneficiari a coloro che possono permettersi un noleggio a lungo termine di un veicolo di grossa cilindrata. Ma chi sono e perché? L’articolo 2 autorizza la Giunta ad aumentare lo sconto erga omnes qualora lo ritenga elettoralmente vantaggioso. Inoltre abroga la norma che non si sarebbe più scontata la benzina per autoveicoli fortemente inquinanti acquistati dopo il 1/1/2023. Evidentemente si intende tutelare anche i commercianti di automobili fortemente inquinanti, a spese della nostra salute! L’articolo 3 è di carattere burocratico. Gli Artt. 4 e 5 riguardano le Camere di Commercio e il loro ruolo in questa “nobile” attività inquinante. Gli Artt. 6 e 7 riguardano il nuovo sistema digitale. Gli Artt. 8, 9, 10,11 riguardano le sanzioni per chi abusa di questo sistema di privilegi. Articoli molto dibattuti in Commissione da posizioni opposte. A nostro avviso le sanzioni dovrebbero essere applicate piuttosto al legislatore che licenzia norme così immorali. Infine gli Artt. 12, 13, 14, 15 riguardano e ritardano la transizione al nuovo sistema digitale.

Dopo essere rimasti esterrefatti per questo DDL rimaniamo senza parole per la pervicacia con la quale queste Giunte, che operano contro gli obiettivi di contenimento degli aumenti di temperatura dovuti alle emissioni di CO2, osino chiamare “sostenibile” questa norma. La spudoratezza di questa “post verità” è agghiacciante. Le uniche norme sensate di questo tipo sarebbero quelle che limitino i contributi alla cilindrata di automobili utilizzate da parte di cittadini appartenenti alle fasce deboli, che abitano in zone sprovviste di trasporto pubblico adeguato. Quanto agli operatori degli impianti di distribuzione bisognerebbe ragionare in termini di contributi de minimis e di riconversione, come per tutte quelle attività che nella storia dell’umanità hanno dovuto e dovranno essere trasformate.

Proporremo emendamenti per il contenimento dei contributi a fasce deboli e ad autoveicoli poco potenti, per contributi previdenziali per gli operatori delle pompe di carburante, e per la soppressione dell’ipocrita specifica nel sottotitolo richiamando tutti ad una maggiore onestà intellettuale.

Se non verranno accolti i nostri emendamenti daremo voto contrario a questa norma non volendo essere complici nei confronti delle future generazioni dell’accelerazione al riscaldamento globale che produrrà questa norma.

Qui il testo del DDL n. 175