Archivio per Categoria Pubblico impiego

Nuovo DDL sul lavoro: un mio breve commento

“Il Consiglio Regionale ha oggi approvato l’aggiornamento e la manutenzione della legge regionale sul lavoro 18/2005 che aveva ormai 15 anni. Come Open Sinistra FVG abbiamo votato a favore perché le norme introdotte erano opportune. A livello di principi, inoltre, sono anche stati accolti alcuni dei nostri emendamenti.” Queste le dichiarazioni del Consigliere Honsell “Rimane però la sensazione che sia stata persa un’occasione per mettere in atto azioni forti per affrontare quelle nuove problematiche del lavoro emerse soprattutto negli ultimi mesi a seguito dell’emergenza epidemiologica.”
“La prima riguarda i rischi del cosiddetto lavoro agile che spesso è solo lavoro a distanza e potrebbe innescare nuove forme di dumping salariale e sfruttamento dei lavoratori. Altro tema è quello dell’inclusione degli “inattivi”, che seppur sia stato recepito in firma generale, su nostro emendamento, è stato poi poco sviluppato. Infine – conclude Honsell – poco incisive sono sembrate le azioni a favore di quelle forme di precarietà che più hanno sofferto di recente, ovvero i lavoratori a chiamata e intermittenti.”

Relazione di Furio Honsell sul ddl 24 di modifica del pubblico impiego

Ancora una volta questa Giunta perde un’importante occasione politica e fa rapidamente rotta sul vecchio… e la sua maggioranza la segue a rimorchio.

La sedicente Giunta della discontinuità e del cambiamento ha scelto infatti di azzerare completamente l’ipotesi di riforma della dirigenza delineata dalla precedente Amministrazione regionale con la Legge 18 del 2016, e ha fatto un reset. Ma a differenza dei computer dove ciò può essere salutare quando il sistema operativo va in deadlock, quando si parla come in questo caso di organizzazione di servizi, fare reset vuol dire perdita di elaborazione e disorientamento. Questa Giunta, dimostrando ancora una volta di non avere il coraggio di innovare davvero, ritorna indietro in Sacchetta, rimettendo tutti i segnaposto alla casella 0 in un inutile “gioco dell’oca”. Ovviamente anche l’Assessore Callari, come altri prima della Giunta, non manca di dichiarare che questa “non è ancora la riforma”, “questo è solo un passaggio”, “che la riforma arriverà”. Proprio come è avvenuto per le unioni sovracomunali, per le politiche abitative, ecc. Ma intanto reintroduce l’inefficace vecchiume.

Un unico ruolo regionale dei dirigenti poteva creare qualche difficoltà relativamente ai segretari comunali, e infatti prontamente avevamo concesso una proroga all’entrata in vigore della legge, ma mai avremmo immaginato che la riforma sarebbe stata l’eliminazione completa di questo ruolo unico che viene ridotto a poco meno di un gruppo WhatsApp, senza nessuna valenza.

Forse, chi viene da enti locali piccoli, senza dirigenti, non se ne rende conto, ma in quelli medi e grandi, senza la Legge Regionale n. 18 del 2016, assisteremo al perdurare di una situazione nella quale la politica è succube della dirigenza burocratica. “I politici passano i burocrati restano” questo era l’adagio che la riforma della Legge Regionale n. 18 del 2016 cercava di sfatare. Il ruolo unico regionale cercava di mettere fuori gioco quel tipo di mentalità, per premiare invece quella dirigenza che ha voglia di mettersi in gioco e risolvere i problemi, invece di passare il tempo a cavillare, per frenare il progresso. E ce n’è di questa dirigenza, che però non ha vita facile nell’assetto attuale nel quale gli aspetti peggiori della Bassanini ìmperano.

L’assessore Callari purtroppo ci propone di ritornare a 3 anni fa e abroga con l’Art. 3 di questo Ddl le parti più interessanti e innovative della Legge Regionale n. 18 del 2016 senza nemmeno provare a metterci mano, introducendo solamente qualcosa che è poco più di una directory WhatsApp. Il braccio di ferro l’hanno vinto ancora una volta i burocrati gattopardeschi. Continueremo ad assistere quindi ad incarichi dirigenziali di scarsa utilità per paura di contenziosi, e ad incarichi cosiddetti di staff. Tutto viene irrigidito nel rigore dei timori dirigenziali che è il rigor mortis della paralisi burocratica. La speranza di potere conferire incarichi secchi, puntuali, finalizzati, assegnati a dirigenti specialisti orgogliosi della loro professionalità, efficaci nel loro operare, non sarà possibile. Con l’eliminazione del ruolo unico regionale dei dirigenti la politica continuerà a rimanere succube della dirigenza burocratica e il Comparto Unico continuerà a rimanere solamente sulla carta, un’ennesima contradictio in adiecto.

Un primo esempio dell’assurdità che genera lo strapotere della burocrazia fine a sé stessa è l’articolo 6 proprio di questo Ddl, relativamente alla dirigenza dell’ente per il Diritto allo Studio Universitario. Questo è un articolone apparentemente complesso e finemente declinato, ma assolutamente irrilevante, che non produce nulla. Qualche solerte superburocrate deve aver scoperto che c’era un cavillo burocratico che è stato trasformato in una montagna da lui brillantemente scalata. Ben diverso avrebbe dovuto essere l’intervento relativamente alla gestione dell’Ente per il Diritto allo Studio. Un tempo vi era una folta rappresentanza di studenti nel suo Consiglio di Amministrazione. Se mi concedete una nota personale, fu proprio in quel ruolo una quindicina di anni fa, che apprezzai per la prima volta l’attuale Presidente Fedriga. Nel Nord-Europa tali Enti sono addirittura gestiti interamente dagli studenti, gli unici che conoscono a fondo le proprie esigenze. Da noi, invece, è stata perduta un’altra occasione per reintrodurre la voce degli studenti universitari nella gestione del diritto allo Studio, che viene invece riconsegnato ad un superburocrate.

L’unica nota positiva della legge è l’art. 2 che favorisce le proroghe nelle more del processo di stabilizzazione di alcune tipologie di dipendenti.

Ma la vera novità del Ddl è l’art. 9 ed è assolutamente negativa. Va nella direzione di togliere quell’imparzialità alle agenzie che svolgono la comunicazione istituzionale sia del Consiglio che della Giunta e che, secondo l’ordinamento precedente, le rendeva veri e propri organi di garanzia. Quest’articolo permette ai Presidenti Fedriga e Zanin di nominare come direttori dei rispettivi uffici stampa figure di loro fiducia anche esterne. Non vi è più nemmeno la certezza che possiedano un’esperienza nel settore specifico, come avveniva invece in passato quando tale direttore veniva scelto tra i professionisti delle agenzie stesse. A poco valgono i ragionamenti che sono stati fatti dall’Assessore che il rapporto dei due Presidenti con le proprie agenzie è come quello dell’editore nei confronti del direttore di un giornale. Qui si tratta di un ruolo di comunicazione istituzionale, che deve essere anche proattivo. Non si tratta di assicurarsi un mercato di clienti o di fan ma di essere al servizio di tutti. L’art. 9 indebolisce a tutti gli effetti la libertà di comunicazione nella nostra Regione. L’agenzia che cura la comunicazione del Consiglio deve tutelare infatti tutte le minoranze.

In conclusione Open-Sinistra FVG dà una valutazione negativa o insufficiente a quasi tutti gli articoli di questo Ddl e intende presentare emendamenti specifici all’art. 9 per assicurare l’imparzialità della comunicazione istituzionale di questa Regione, nonché ordini del giorno volti a richiamare l’urgenza di ridare voce agli studenti nella gestione degli Enti per il Diritto allo Studio Universitario e nel restituire il primato della politica sulla superburocrazia, attraverso  una riforma efficace della dirigenza in Regione.

Qui sotto puoi scaricare i principali documenti:

DDL 24 | RELAZIONE DI MAGGIORANZA | RELAZIONI DI MINORANZA