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Appuntamento a Pordenone con Laura Puppato: 17 maggio, ore 18.30

Venerdì 17 maggio, alle ore 18.30, a Pordenone c/o TAG – Talent Garden Pordenone si terrà  l’incontro pubblico dal titolo “Le sfide dell’Europa: ambiente, diritti, lavoro”. Saranno presenti i candidati della circoscrizione Nord Est della lista PD/PSE Furio Honsell e Laura Puppato.

Entrambi già Sindaci, il primo del Comune di Udine, la seconda del Comune di Montebelluna e che attualmente ricoprono il ruolo di consiglieri nelle loro regioni.

Una serata in cui si parlerà di politiche dell’Unione Europea e dei temi che rappresenteranno appunto le sfide più importanti per l’UE in futuro: ambiente, diritti e lavoro. 

Festa del 1° maggio

Oggi, non sarò al Primo Maggio con gli amici e compagni di Cervignano in quanto ospite della festa di Articolo 1 a Marina di Ravenna.

Sono comunque certo che anche quest’anno la manifestazione degli agricoltori, delle lavoratrici e dei lavoratori di Cervignano e di tutta la Bassa Friulana avrà grande successo perché l’importanza di impegnarsi per la dignità, la qualità, la sicurezza del lavoro è sempre più sentita particolarmente in una comunità come la nostra che considera il lavoro non solo come una necessità ma come un valore etico.

Il primo pensiero va però a chi è stato espulso o si trova a rischio di perdere il lavoro perché il lavoro è essenziale per la piena dignità della persona.

Relazione Honsell su nota di aggiornamento al DEFR 2019

Questo DEFR è un documento magmatico di quasi 250 pagine che descrive in modo piuttosto generico, il proseguimento di azioni, spesso condivisibili nella vaghezza del lessico ricco di keywords, ma drammaticamente carenti rispetto alle problematiche urgenti che il FVG dovrà affrontare nel prossimo triennio.

Colpisce il fatto che il documento non offra nulla quanto a visione, a motivazioni, a programmazione effettiva. A noi di OPEN-Sinistra FVG lascia il dubbio che non ci sia una vera consapevolezza delle problematiche in gioco, e quindi un piano di azione per governarle, ma si mantenga essenzialmente quanto era già presente nella versione precedente della Nota di Aggiornamento e poi si navighi a vista, senza idee chiare per il futuro. Il documento non aggiunge nulla di più preciso a quanto la Giunta ci ha abituati a sentire usando il registro del “futuro”.

Questo DEFR è dunque un documento passivo e statico, di ordinaria amministrazione. Almeno fosse un documento di manutenzione! Il verbo più ricorrente, anche se non ho condotto un’analisi lessicale quantitativa, è “proseguiremo”, ma il perché e il quando non è mai discusso.

Non vi è dubbio che un plauso vada fatto agli uffici che con diligenza hanno cercato di descrivere, a grandi linee e in modo abbastanza completo, molte attività in essere. Ma nel DEFR manca assolutamente la parte politica di motivazioni dalle quale queste linee di sviluppo dovrebbero discendere. Questo DEFR poi non presenta nulla di specifico al triennio in questione. Non vi si trova nulla all’altezza della retorica del Grande Cambiamento condotta in campagna elettorale dalla coalizione oggi al governo, la retorica che descriveva la nostra Regione come un territorio in pezzi, da riaggiustare da cima a fondo.

È dunque molto difficile immaginare che questo documento possa avere alcunché di vincolante e che quindi possa essere di fatto riaperto e consultato da chicchessia prima del suo prossimo aggiornamento. Mi chiedo se sia questo il senso di un DEFR?

Analizzerò adesso alcune missioni, offrendo qualche modesta proposta.

Missione 4 “Istruzione e diritto allo studio”. Manca totalmente la consapevolezza che su questo punto si gioca il futuro della regione e su di esso si vince la sfida dell’equità e del lavoro come diritto. La parte sull’orientamento si poteva scrivere così 30 anni fa, quando il concetto venne introdotto. L’Edilizia Scolastica, che sembra prevedere poco più di 6 milioni in 3 anni, e l’accensione di mutui in un non ben precisato futuro, non parla di collegamenti digitali, e certamente non definisce criteri di dimensionamento. Fa sorridere per il suo ingenuo provincialismo la menzione dell’accordo con l’MIT di Boston, a fronte dell’assenza di qualsiasi strategia per promuovere l’inserimento dei nostri ricercatori nelle, ben più prossime, reti europee della ricerca.

Missione 6 “Politiche giovanili, sport e tempo libero”. Manca totalmente l’attenzione alla promozione di stili di vita sani e attivi. Questi sono il primo gradino della prevenzione sanitaria. Come più volte sottolineato non si prevede un sostegno attivo allo sport di cittadinanza, inteso come diritto, soprattutto in una fase di crisi economica che vede spesso le famiglie rinunciare all’attività sportiva dei figli, come prima misura di contenimento delle spese. Andrebbe replicato su scala regionale il progetto “F.A.R. Sport oltre la crisi” sviluppato dal Comune di Udine negli ultimi 4 anni, ma per conoscere questo progetto così come molte delle buone pratiche attivate in regione e fuori regione negli anni sarebbe necessaria maggiore umiltà e attenzione.

Missione 9 “Sviluppo sostenibile e tutela del territorio e dell’ambiente”. La parte sullo sviluppo sostenibile è imbarazzante quanto a modestia, genericità e lontananza dal dibattito europeo e mondiale sul tema, del quale non vi è alcuna eco. Manca assolutamente una visione oltre il 2020. Non c’è allineamento con i 17 obiettivi dello sviluppo sostenibile dell’ONU. Appare scarsa la consapevolezza della reale portata delle problematiche. Mancano azioni volte a migliorare la qualità dell’acqua e dell’aria. Ma spicca per la sua assenza qualsiasi riferimento al clima e alla mitigazione, contrasto e adattamento ai mutamenti climatici. In ogni Commissione ho sostenuto il ruolo degli enti locali nel gestire queste problematiche e la necessità di far sviluppare un PAESC (Piano attuativo per l’energia sostenibile e gli adattamenti climatici) in linea con le azioni virtuose europee del Covenant of Mayors for Energy and Climate Change, ad ogni ente locale, coordinandolo con la strategia globale delle Regione. Purtroppo nulla è pianificato al momento. Non vi è nessun riferimento alla certificazione EMAS, che è uno strumento fondamentale per la gestione attenta alla sicurezza e sostenibilità. Alcuni Comuni come quello di Udine sono già certificati.

Missione 10 “Trasporto e diritto alla mobilità”. Non c’è visione, soprattutto post 2020 per un trasporto pubblico sostenibile di metropolitane leggere, che renda sempre meno essenziale l’uso dell’autoveicolo privato negli spostamenti urbani e interurbani. Mancano analisi quantitative volte a ridurre il traffico parassita e passivo. Non si fa riferimento a quando abbandonare la miope pratica della benzina agevolata per favorire carburanti alternativi. Queste mancanze sono però compensate dall’attenzione dedicata invece alla linea tramviaria Trieste-Opicina (anche se il suo ripristino sembra più questione da trattare a livello comunale) ma nemmeno su questo tema c’è una previsione precisa!

Missione 12 “Diritti sociali, politiche sociali e famiglia”. I pochi miseri paragrafi sulle problematiche dell’inclusione degli immigrati e dei richiedenti asilo, che in campagna elettorale e nei primi mesi di amministrazione erano così centrali, indica che questa Giunta ritiene di aver fatto scomparire i migranti per Legge, in piena continuità con un approccio al tema rancoroso e ideologico seguito in questi mesi, che sembra del tutto inutile a affrontare soluzioni.

Missione 13 “Tutela della Salute”. La trattazione è ampia e dettagliata, perché è assolutamente in continuità con il passato (a meno della governance), soprattutto circa la prevenzione e per le cure primarie. Ma maggiore attenzione andrebbe posta sulla medicina di iniziativa e sul raccordo della medicina di base. Attenzione andrebbe posta anche sul tema del benessere mentale e relazionale dei cittadini e sul contrasto alla solitudine. La sicurezza in casa andrebbe declinata in questa missione, intendendola come sforzo a ridurre gli incidenti domestici, più che nella missione sull’ordine pubblico, favorendo l’ipertrofia dei sistemi di video sorveglianza.

Missione 14 “Sviluppo economico e competitività”. Ci sono pochissime idee nuove in questo settore nevralgico che ne avrebbe bisogno urgente. Non sembra centrale la promozione dell’innovazione. Assolutamente vago appare il riferimento alle infrastrutture digitali di rete sia quanto a tempi, sia ai soggetti che dovrebbero avere la responsabilità di realizzarle.

Missione 15 “Politiche per il lavoro e la formazione professionale”. Il quadro è ampio, ma propone misure per curare i sintomi delle problematiche, piuttosto che offrire nuove misure strutturali per risolverle. Mancano azioni nuove e forti volte all’inclusione degli scoraggiati, degli inattivi e degli espulsi e un effettivo orientamento strategico verso le attività lavorative di cui c’è realmente bisogno in modo che tali categorie di potenziali lavoratori scompaiano.

Missione 17 “Energia e diversificazione delle fonti energetiche”. Inquietante e cospicuo per la sua assenza il riferimento ai mutamenti climatici e alle politiche attive per l’energia sostenibile, per il PAESC per le Smart Grids, e per l’abbattimento delle emissioni.

Missione 18 “Relazione con le altre autonomie territoriali e locali”. L’azzeramento delle UTI lascia un grave vuoto nella pianificazione di area vasta e nella governance multilivello, cosa si propone in alternativa? Un misero paragrafetto su un possibile futuro organismo intermedio. Nessuna analisi profonda è sviluppata, né che giustifichi la cancellazione delle UTI, né che definisca le caratteristiche che il nuovo ente avrà rispetto alla problematiche delle UTI. Manca altresì qualsiasi ragionamento sul Comparto Unico.

In conclusione la valutazione su questo Documento è totalmente negativa. Sembra sia stato scritto più per assolvere un adempimento, con il solo obiettivo del raggiungimento di un cospicuo numero di pagine. È molto generico e privo di qualsiasi autentiche analisi quantitative che permettano di delineare strategie nuove ed efficaci per affrontare e governare le difficili problematiche che la Regione FVG dovrà affrontare per mantenere l’alto livello di qualità della vita che le precedenti amministrazioni hanno lasciato in eredità a quella attuale.

Il FVG potrebbe giocare a livello nazionale ed europeo il ruolo di laboratorio e di modello di buone pratiche ambientali e sociali, ne ha il giusto livello dimensionale, socioeconomico e strutturale, ma con questa prospettiva triennale all’orizzonte c’è il regresso.

Scarica qui il documento “Nota di aggiornamento al DEFR”

Gig Economy e nuove professioni: la Carta dei diritti dei lavoratori digitali di Bologna

Nei mesi scorsi si è discusso molto nei social e nella stampa delle tutele dei lavoratori nei nuovi settori della Gig Economy: uno dei più grandi campi in espansione in questo settore è dato dai fattorini delle consegne a domicilio (si pensi a Foodora, Glovo, Deliveroo e Just Eat; alcune già presenti nel nostro territorio).

Una notizia che fa ben sperare per uno sviluppo delle tutele e dei diritti di queste nuove professioni arriva dalla città di Bologna, con la realizzazione della Carta dei diritti dei lavoratori digitali di Bologna che stabilisce una serie di impegni minimi per il datore di lavoro nei confronti del lavoratore (fra cui una paga minima oraria, contratti trasparenti, assicurazione e indennità di lavoro per i lavoratori delle piattaforme digitali che firmeranno la carta).

Questo può considerarsi un punto da cui partire anche per la nostra Regione, un punto dove le tutele del lavoratore sono messe in primo piano e dove gli obiettivi sono molteplici, fra cui:
– il miglioramento delle condizioni di lavoro a prescindere dalla qualificazione giuridica del rapporto;
– la promozione del dialogo sociale tra imprese, organizzazioni sindacali e lavoratori digitali nel contesto urbano;
– il miglioramento della trasparenza del mercato del lavoro digitale e
– la promozione/diffusione di una nuova cultura del lavoro digitale in Italia e in Europa.

Perché non dobbiamo dimenticarci che nella nuova economia globale non possono esistere ancora delle “zone grigie” che provocano problemi in tema di tutela della dignità della persona e sicurezza del lavoro: lo stesso art. 4. della nostra carta costituzionale recita “La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto. Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, una attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società”.

Sempre nella Costituzione, art. 36, c. 1: “Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa”.

Concludendo, non dimentichiamoci mai che nessuno deve rimanere indietro.


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