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Udine, 30 novembre 2019: idee comuni 2.0

Desidero ricordarvi l’appuntamento di sabato 30 novembreIDEE COMUNI 2.0” che si terrà dalle ore 09.30 alle 16.00 c/o Lino’s & Co, in Via Artico di Prampero 7 a Udine.

IDEE COMUNI 2.0 è un’iniziativa che nasce per aggiornare le idee programmatiche discutendone assieme nei tavoli tematici, fare un bilancio di quello che sta succedendo in Consiglio regionale e del lavoro che siamo riusciti a svolgere e ragionare sulle scelte organizzative in grado di rafforzare la nostra rete e di farla crescere sul territorio.

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Relazione Honsell su Documento di Economia e Finanza Regionale 2020 (DEFR)

Indubbiamente un titolo questo, da far tremar le vene e i polsi per citare la celebre endiadi dantesca, anche per la data 2020. Oltre 10 anni fa, il 2002 costituì l’orizzonte di molti documenti programmatici per traguardare azioni innovative decisive per il futuro del pianeta e dell’Umanità che lo abita. Ne ricordo soltanto uno il Covenant of Mayors 2020, il primo documento a livello mondiale che vedeva i sindaci impegnarsi per l’abbattimento delle emissioni di CO2 da fonti fossili. E invero, il DEFR che ci è stato presentato costituirebbe un’ottima premessa ad un DEFR per un anno simbolicamente così epocale, contiene molte parole chiave importanti ed è pieno di auspici e di buoni propositi. Purtroppo, questo documento però risulta già finito prima di incominciare con la vera sostanza. Questo documento riduce il DEFR, che dovrebbe essere il documento programmatico capitale di un’amministrazione, ad un mero adempimento burocratico, formulato certamente con coscienziosa genericità da puntuali funzionari e dirigenti. L’unico merito della Giunta è quello della franchezza, perché non hanno mai cercato, durante tutta la lunga settimana di attività in commissione, di spacciarlo per qualcosa di importante. Tutti gli assessori hanno infatti implicitamente condiviso con me la sua inutilità, nella formulazione attuale, semplicemente non facendo mai alcun riferimento ad esso!

Fossi stato in loro avrei presentato con orgoglio un DEFR, soprattutto dopo un anno di lavoro, anche con il desiderio di rivendicare i risultati ottenuti.

Per rispetto istituzionale e slancio ideale, farò comunque delle osservazioni in questo silenzioso deserto.

  1. La prima è una considerazione: la genericità a volte ha un merito, quello di svolgere una funzione eufemistica. Ecco che le drammatiche, quanto ottuse applicazioni del criterio del “prima i residenti da 5 anni”, riformulazione friulan-giuliana del “prima gli italiani” tanto caro al governo insediato a Roma nel 2018, ne esce ripulita: Missione 12 – Programma 6 – Interventi per il diritto alla casa diventa “verranno valorizzati gli anni di residenza”. Tremo al pensiero di quali prepotenze ed esclusioni si celeranno dietro a questa minaccia rappresentata in modo così angelico.
  2. Missione 18 – Relazioni con le altre autonomie territoriali e locali. L’unico tentativo fatto in Commissione di sostanziare i tre paragrafetti sull’assetto degli enti locali e in particolare cosa si intenda per assetto istituzionale che comprenda un nuovo livello di governo intermedio per le funzioni sovracomunali e di area vasta e come questo si raccorderà con la prevista revisione organica della disciplina regionale delle forme collaborative tra enti locali attualmente costituita dalle UTI hanno solamente innescato il trasporto dell’Assessore attraverso una macchina del tempo ad oltre un anno fa, scatenandolo in un’invettiva contro le UTI. Nulla è valso dirgli che dopo 14 mesi suona strano che si continui ad assegnare senza adeguato personale la gestione dell’edilizia scolastica delle scuole superiori, proprio alle UTI!
  3. Missione 13 – Tutela della Salute. Ottima. Soprattutto perché la Giunta è ritornata sui suoi passi riconoscendo la superiorità del modello proposto dalla riforma Telesca-Serracchiani rispetto a quello da loro propagandato in campagna elettorale. Leggiamo infatti: “…aziende che recuperino i percorsi virtuosi realizzati negli anni dalla nostra regione e… comprendano al loro interno sia l’area territoriale sia quella ospedaliera”.
  4. Missione 16 – Agricoltura, politiche agroalimentari e ambiente. La legge di assestamento che discuteremo tra breve, vedrà misure per compensare le gravi criticità derivanti dalla cimice asiatica, dalla sofferenza delle api, dal calo della produzione di kiwi, dalle problematiche sulle patate … per non menzionar dei molluschi. Ma la nostra Regione si illude ancora che un Fondo regionale per la gestione delle emergenze in agricoltura per il sostegno e gli indennizzi alle aziende per le perdite causate da epizoozie, fitopatie, infestazioni parassitarie, avverse condizioni atmosferiche e calamità naturali? Ormai a livello internazionale si parla invece dell’elefante nero, crasi tra quel cigno nero che indica un evento inaspettato e quell’elefante nella stanza, che tutti vedono ma che nessuno vuol dichiarare che c’è. Ben altro dovrebbe essere l’atteggiamento nei confronti di queste dinamiche che non sono più emergenziali, ma strutturali. Ci vorrebbero osservatori, gruppi di lavoro, pianificazioni di interventi. Non basta erogare i soldi per l’aspirina. Insomma qui ci vorrebbe un documento come un DEFR per elencarle… e qui mi fermo.
  5. Lo stesso ragionamento si potrebbe svolgere per la Missione 9 – Sviluppo sostenibile e tutela del territorio e dell’ambiente. Niente di nuovo sul fronte occidentale.  Sì c’è un riferimento ai 17 obiettivi dello sviluppo sostenibile dell’ONU. Ma nel 2009 io firmavo il Covenant of Mayors per l’abbattimento di Co2 da fonti fossili e a tutt’oggi forse solamente Udine c’è riuscita. L’obiettivo per il 2030 è l’abbattimento del 40% delle emissioni rispetto al 1990! Quali segnali ambientali dobbiamo ancora aspettare, quante Vaia, prima di dare il nostro contributo a cambiare passo?
  6. Missione 12 – Diritti sociali, politiche sociali e famiglia. Si conferma quanto c’è di buono nella tradizione e visione dei servizi sociali di questa regione, ma sono scomparsi i diritti. La famiglia è coniugale e genitoriale in primis, le altre sono forme solidaristiche che non meritano di essere analizzate, sono residuali. Una visione rivolta all’indietro, indifferente a volumi e volumi di ricerche sociologiche, sentenze di tribunali, vita reale e quotidiana di nostri cittadini. Infine non c’è ragionamento su come colmare la distanza tra i beneficiari del reddito di cittadinanza e coloro che beneficiavano di misure di inclusione attiva. E questo è indicatore di una mancanza ben più grave.
  7. Missione 15 – Politiche per il lavoro e la formazione professionale. Anche qui Business as usual. Nemmeno un grido d’allarme per la diaspora delle forze lavoro, nessuna idea nuova per la lotta allo squilibrio e le disparità di contratto, per la tutela dei lavoratori esternalizzati e in subappalto.

In conclusione la Regione si è dimenticata che il benessere è soprattutto relazionale e mentale. E questo passa attraverso l’inclusione e i diritti alla diversità. Siamo tutti diversi di qualche diversità. Il semplicismo di “prima gli italiani” ha fatto perdere di vista il fatto che ogni italiano, come tutte le altre persone in questo pianeta, in quanto ogni essere umano è diverso da tutti gli altri.

In sintesi si potrebbe dire che il traguardo simbolico del 2020 è stato brillantemente tagliato all’insegna del business as usual: i sonnambuli ci stanno facendo fare un ulteriore passo verso il precipizio. “Don’t Think Twice, it’s all Right”.

Qui puoi trovare l’ultima versione del Documento di Economia e Finanza Regionale 2020 (DEFR).

Tasso disoccupazione: alcune mie osservazioni

L’Istat comunica che il tasso di disoccupazione è calato sotto il 10% e questo è certo un dato positivo, anche se andrebbe analizzato nel dettaglio sia sulla dimensione degli indici di concentrazione territoriale sia, soprattutto, per verificare che tale dato non sia alterato da un aumento della percentuale di inattivi, favorita anche dall’erogazione del reddito di cittadinanza.

Ma, anche considerando il dato “pulito” da qualsiasi alterazione socio-statistica emerge il peso – in termini percentuali ed assoluti – del lavoro “atipico”, autentica cifra distintiva della nostra epoca.

Il mondo del lavoro è cambiato, è diventato più instabile, volatile e questo cambiamento è probabilmente strutturale. Per questo preoccupa la scarsa attenzione del governo nazionale e regionale verso politiche sociali di tipo universalistico e il rischio di ulteriori tagli a servizi socio-economici di base.

Solo forti investimenti pubblici in sanità e istruzione saranno in grado di fornire quegli elementi di stabilità sociale ed economica necessari per attenuare l’instabilità caratteristica del nostro tempo ed è necessaria una visione più alta dei cambiamenti economici e socio-demografici in atto.

Fiscalità e ambiente: Honsell e Puppato in campo

Fiscalità e ambiente. Sono i due temi forti di Furio Honsell e Laura Puppato, candidati alle elezioni europee del 26 maggio, inseriti nella circoscrizione nordest nella lista del Partito democratico. Entrambi ex sindaci, Honsell e Puppato hanno spiegato la loro visione di Europa ieri all’incontro ospitato da Lino’s&Co, a Udine.«Le cose migliori che sono riuscito a fare nella mia vita – ha esordito l’ex sindaco del capoluogo friulano – sono nate proprio grazie all’Unione europea e mi riferisco in particolare alla ricerca, alla formazione e all’ambiente. Le colpe che si addossano a questa istituzione dipendono non strettamente dall’Ue, ma dagli stati nazionali che ancora faticano a rinunciare, per molte questioni, allo loro sovranità».Honsell ha ammesso, però, che qualcosa in questa Europa non funziona come dovrebbe: «Gli Stati membri gestiscono le norme sul lavoro, favorendo il dumping sociale e salariale – ha chiarito – senza dimenticare che l’Ue non ha ancora una politica estera unitaria, con l’insorgere di problematiche che ben conosciamo in materia di immigrazione. C’è poi la questione fiscale: anche in questo caso manca una politica unitaria e come conseguenza, le grandi multinazionali sono talmente forti da avere bilanci superiori al Pil di un singolo Stato».Un tema, quello della concorrenza sleale tra Paesi diversi, che è caro anche a Puppato: «Siamo di fronte a una svolta realmente storica, e ciò di cui abbiamo bisogno in questa fase è una governance diversa in Europa per riuscire a creare i presupposti per avere welfare e fiscalità vantaggiosi. Inutile negare che la concorrenza tra i Paesi interni è uno dei cancri che va sconfitto, in quanto creano disparità e disaffezione. Abbiamo bisogno dell’Europa – ha assicurato – perché da soli siamo lo zero virgola, insieme, come Ue, raggiungiamo il 7% del sistema mondiale». Honsell è convinto che la strada corretta da seguire sia quella di un federalismo europeo, «per affrontare al meglio le sfide future».Per questa campagna elettorale entrambi i candidati hanno scelto, in controtendenza rispetto a molti loro colleghi (anche di centrosinistra), di parlare di idee e programmi di livello europeo, non limitandoli a un ambito nazionale. «La risposta è l’Europa», ha concluso l’ex sindaco di Udine, che nella lista del Pd si è presentato da indipendente.

Fonte: Messaggero Veneto