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Relazione Honsell su Nota di aggiornamento al DEFR

Il NADEFR dovrebbe essere un documento fondamentale al quale riferire le azioni che la Regione intende sostenere con le risorse manovrabili, nelle leggi di stabilità e di bilancio, e nel quale valutare attentamente le risorse non manovrabili. Dovrebbe essere un documento di analisi, anche quantitativa, degli indicatori di risultato e di impatto, nella cui cornice inquadrare la programmazione per il 2022. Purtroppo per la quarta volta questa Giunta non ne coglie la portata e si limita ad aggiornare diciotto piccoli componimenti – letterine piene di propositi più o meno buoni –  scorrelate dal contesto.

Il NADEFR si articola essenzialmente in due parti. La prima parte offre un resoconto indubbiamente prezioso dell’andamento delle dinamiche socio-economiche che investono il FVG e una carrellata, apparentemente ragionevole ma non argomentata, degli indicatori del Benessere Equo e Sostenibile (ai sensi della L. 163/2016), e di altri indicatori derivanti dagli SDG dell’ONU. La seconda illustra invece la programmazione regionale, articolata per missioni, e dovrebbe evidenziare sia formalmente che strategicamente come si intenda operare nel 2022 per migliorare, ove necessario, gli indicatori. La prima parte del NADEFR 2022 è molto accurata e va espresso un apprezzamento convinto agli uffici statistici della regione che l’hanno redatta. La seconda parte invece, quella programmatica, è insoddisfacente e appare come al solito, uno sterile adempimento. Le due parti sono così incoerenti che né gli acronimi BES o SDG, ma nemmeno la parola “indicatore”, compaiono più nella parte relativa alla programmazione. Ancora una volta, a nostro avviso, l’obbligo legislativo è stato politicamente disatteso e la valenza strategica del NADEFR ne è stata azzerata. Come è avvenuto sempre, puntualmente, immagino che l’analisi di questo documento/strumento verrà relegata in aula ad un’ora quasi impossibile, e il tentativo non solo di discuterlo, ma anche solo di leggere questa relazione, sarà accolto da rumoreggiamenti di insofferenza da parte della maggioranza. È molto probabile che dalla notte inoltrata del 16/12/2021 fino al prossimo luglio, quando se ne dovrà approvare la versione per il 2023, nessuno farà più riferimento al NADEFR.

Va subito segnalato che quest’anno, nella presentazione del Presidente, compare verbatim il comunicato stampa che l’Assessore Zilli rilasciò a TV e giornali relativamente alla quota del PNRR che spetterebbe alla nostra Regione. Curioso davvero, che l’Assessore si sia schernita in Aula dicendo che quel suo comunicato che annunciava circa 1 miliardo e 300 milioni di Euro distribuiti nelle direzioni più confuse e opache, per certi versi degne di Ubu Roi, quali i 50 milioni per il collegamento funicolare Porto Vecchio-Opicina (progetto ispirato evidentemente dagli urbanisti latino-americani che a La Paz, Bogotà, Città del Messico hanno risolto così il problema del trasporto pubblico locale in quelle megalopoli), fosse stato lanciato solo per rispondere ad una fuga di notizie. Troviamo infatti riportato integralmente tale comunicato nel NADEFR, che viene esibito, come puntualizzazione del coordinamento Stato-Regione per la ripresa e la resilienza, senza nessuna ulteriore elaborazione, proprio dal Presidente Fedriga e sfoggiato come emblematico delle sue capacità negoziali con lo Stato. Non c’è bisogno di notare che di queste azioni derivanti dal PNRR non si parli quasi nella parte programmatica. Anzi ad una mia precisa domanda all’Assessore alla Salute Riccardi relativa agli oltre 150 milioni riportati in quel comunicato per la Sanità e le intenzioni sulle Case della Comunità, a cui si fa riferimento nella Missione 13 “Tutela della salute”, mi è stato risposto che non ne sapeva proprio nulla. Alcuni giorni dopo, paradossalmente, in Terza Commissione Riccardi ha pubblicamente dichiarato di non condividere il modello delle Case della Comunità. Ci si chiede quindi se intende rivedere la parte che gli compete sul NADEFR perché questa riporta l’affermazione: “si sviluppano le richieste modalità organizzative dei servizi territoriali, sia sanitari che sociali, basate su Case della comunità […]”. Penso sia legittimo dubitare che si possa portare a termine con successo un programma quando la “testa” non ci crede. Purtroppo l’Assessore Riccardi non chiarisce mai come intenda affrontare il raccordo tra sanità territoriale e ospedaliera.

Altrettanto scoordinamento tra NADEFR e PNRR è emerso in Quarta Commissione relativamente al tema dei collegamenti ferroviari e la qualità del servizio ferroviario. Udine continua ad avere una stazione con livello di accessibilità ottocentesco, come ottocentesco è l’importante collegamento Udine-Palmanova. Altrettanta assenza di correlazione è emersa anche rispetto ai programmi dell’edilizia scolastica tra il ruolo che gli Enti di Decentramento Regionale hanno svolto e dovranno svolgere e il PNRR. Non si è chiarito nemmeno se le risorse di cui parla il Presidente Fedriga siano da intendersi distribuite annualmente dal 2022 al 2026 oppure in una soluzione unica.

Non si può che concludere così: NADEFR e PNRR due progettualità che si ignorano!

Dagli indicatori emerge una regione che rispetto alla media nazionale presenta molti aspetti positivi, ma anche pesanti arretratezze che non vengono però purtroppo discusse nella parte programmatica.  Procederò pertanto io a ad una rapida valutazione di questi.

La principale arretratezza riguarda la digitalizzazione. Che si parli di e-procurement 43% (66% media nazionale) o di e-government 74% (79%), che si parli di imprese con almeno 10 addetti connesse a banda larga 89,3% (97,5%), di imprese con sito web 71,9% (73,1%), di imprese con vendite via web 9,9% (11,5%), si rileva che questa regione sta perdendo terreno nel settore digitale rispetto alla media nazionale. Ciò è paradossale, perché il FVG è invece sopra la media nazionale sia per il numero di ricercatori 34,4% (25,2%), sia per la percentuale di occupati sovra-istruiti 28,4% (25,3%), sia in tutti gli indicatori sulle competenze digitali e relative ai titoli di studio. Non sarà forse da rivedere il sistema dell’innovazione in FVG? Forse quel sistema ARGO, tanto decantato, non sembra rendersi conto di cosa stia avvenendo altrove nel paese nei vari settori economici e non riesca quindi a garantire sviluppo e competitività? Non è forse il caso di rivedere la politica di innovazione in FVG, invece di delegarla ad un unico ente? Perché è stato smontato il sistema dei parchi scientifici e tecnologici? L’innovazione è una cultura che va promossa in modo capillare non una rendita di posizione da custodire gelosamente!

Un’altra grave deficienza della nostra regione riguarda le politiche ambientali. Le misurazioni della qualità dell’aria superiori ai valori di riferimento all’anno sono 89,3% (81,9%), le coste marine balneabili 42,5% (65,5%), l’impermeabilizzazione del suolo 8,0% (7,1%), la durata delle ondate di calore 23 gg (17 gg). Quanto è riportato nella Missione 9 (Sviluppo sostenibile) e 17 (Energia) non tiene minimamente conto di questa situazione. Anzi l’incipit della Missione 9 sono proprio gli sciagurati incentivi al diesel per autotrazione. Si rimanda al 2045 qualsiasi obiettivo di abbattimento delle emissioni e non viene proposta nessuna azione di promozione diffusa dei piani di sostenibilità presso gli enti locali, quando invece si potrebbero incentivare i PAESC. Di ridurre la mobilità su strada poi, non se ne parla proprio in modo convincente, eppure emergono indicatori preoccupanti sia relativamente alla quantità di merci trasportate su strada 28% (21,9%) sia circa gli alti tassi di incidentalità e mortalità stradale.

Gravissima emerge la situazione della montagna. Alto è l’indice di frammentazione del territorio naturale e agricolo 42% (36%) e la densità abitativa in montagna, a fronte di un 43% di aree montane, vede una popolazione del 18% (35% / 67%). Le politiche suggerite nelle missioni non sembrano assolutamente prendere in considerazione alcuna azione per invertire queste tendenze, anzi il turismo (Missione 7) continua a ragionare solamente in termini di poli sciistici e ovviamente di, a nostro avviso insostenibile, innevamento artificiale. Non si parla né di sostegno alle attività tradizionali, né di riqualificazione turistica in chiave escursionistica, estiva o sanitaria.

Anche la Missione 16, relativa all’agricoltura, non sembra tenere conto degli agghiaccianti indicatori relativi all’ammontare dei fertilizzanti 523 kg/ha (484) e dei prodotti fitosanitari 16,4 kg/ha (12,4) distribuiti. Inoltre è scomparso l’indicatore relativo alle coltivazioni biologiche che era molto al di sotto della media nazionale fino a giugno.

Un indicatore preoccupante per la qualità della vita, soprattutto per gli anziani, è l’indicatore sulla dimensione media degli esercizi commerciali al dettaglio in sede fissa, 195 mq (134), che evidenzia l’ipertrofia dei centri commerciali e la scomparsa dei negozi di vicinato.

Segnaliamo infine la scarsa enfasi posta su Gorizia/Nova Gorica Capitale Europea della Cultura 2025. Come già espresso in commissione questo indica che non c’è prospettiva di visione nella programmazione. Il 2025 è evidentemente fuori dall’orizzonte di interesse.

Molte sarebbero le analisi e quindi le azioni che ne discenderebbero da una lettura attenta degli indicatori contenuti nel DEFR. Purtroppo non sono state svolte dalla Giunta e quindi il 2022, pur disponendo di risorse economiche incommensurabili con quanto disponibile negli anni passati, si configura come un anno banale, che non potrà che portare ad un ulteriore declino di questa regione che invece avrebbe un’altra storia e un altro ruolo a cui ispirarsi.

Per questi motivi votiamo con un no convinto a questo NADEFR 2022.

Qui il link alla NADEFR 2022

Relazione Honsell su DDL 152 “Misure finanziarie urgenti”

Questo disegno di legge è il terzo assestamento di bilancio di un anno che certamente passerà alla storia della Regione FVG come uno tra i più opulenti… e dire che solamente poco più di dodici mesi fa il Presidente Fedriga prevedeva di non riuscire a pagare gli stipendi del personale sanitario! Un amaro contrappasso però, quello dovuto al Covid-19. Mentre la Regione FVG si qualifica, puntuale ad ogni ondata, tra quelle con il più alto numero di contagi e di morti in percentuale in Italia, arriva in entrata alla Regione un fiume di denaro che permette di varare un terzo assestamento di oltre 110 milioni di euro (75 aggiuntivi e 43 frutto di variazione) che in epoca anche recente avrebbe rappresentato, come volumi, un assestamento estivo di tutto rispetto.

Tutte queste risorse in entrata, però, si disperderanno grazie al DDL 152 in uscite che non lasceranno traccia per la mancanza di una progettualità strategica.

Il titolo stesso di questo DDL è fuorviante, in quanto l’aggettivo “urgenti” non può riferirsi alle finalità di misure come la riqualificazione del museo diocesano di Trieste e le sale polifunzionali per la Diocesi di Concordia-Pordenone, o la possibilità di andare in deroga ai regolamenti su domande da presentare entro il 31 marzo 2022, e altre che sono tutte piuttosto ordinarie. Comunque non c’è stato modo di poterle verificare in dettaglio in quanto la modalità di discussione in Ia Commissione nella sua composizione semplice, non ha permesso di approfondire nulla. Pretendiamo pertanto che adesso in aula gli Assessori forniscano i chiarimenti doverosi.  Per tutti questi fini sarebbero bastati degli annunci – strumento del quale questa Giunta è impareggiabile maestra? Di “urgente” potrebbe esserci l’esigenza contabile, ma l’impatto di questi provvedimenti è di dubbia efficacia e comunque non verrà mai misurato. Di veramente “urgente”, in ultima analisi, c’è stato solo il voler finire in mattinata gli adempimenti formali della Ia Commissione, da parte dei membri di maggioranza.

Questo DDL verrà comunque ricordato. Penso che nei quasi 60 anni di storia di questa Regione, il DDL 152 stabilisce il primato di velocità con cui spartire gli oltre 110 milioni che consuma.

Continua a stupirci, quanto siano ampie le “pieghe di bilancio” nelle quali si depositano, passivamente inerti, ingenti somme di denaro da manovrare nelle variazioni. Stupore che si mescola subito al rammarico che i tanti progetti, anche finanziariamente poco impegnativi, ma decisamente più strategici proposti dal nostro gruppo in quest’anno nei settori della musica (Music Commission), ambiente (eliminazione BTZ, attivazione di PAESC locali, teleriscaldamento,…), montagna (riqualificazione rifugi), agricoltura (promozione biologico e riduzione fitofarmaci), università (riduzione rette e aumento posti di dottorato) non abbiano ricevuto la minima attenzione. Avrebbero sicuramente innescato dinamiche innovative e virtuose molto maggiori di quelle che produrranno gli interventi che in extremis vengono stabiliti da questo DDL. Alcuni dei quali potrebbero anche rivelarsi meri spostamenti di parcheggio delle risorse.

Registriamo, ancora una volta, che la Sanità regionale, giudicata molto negativamente da operatori e cittadini quanto a efficienza, riceva in aggiunta alle pingui iniezioni di risorse inoculate meno di un mese fa, un’altra trentina di milioni nel DDL 152. Nessuna giustificazione ci è stata fornita del perché siano necessarie queste ulteriori risorse. Si continua invece a non presentare con la doverosa chiarezza, che pretenderebbero risorse pubbliche, i rendiconti della gestione finanziaria delle aziende sanitarie a fronte degli obiettivi definiti dai piani aziendali. Sarà perché anche questi ultimi non sono ancora stati delineati? Ahinoi queste aziende riescono anche a sfuggire, per legge, alle forche caudine del bilancio consolidato. Anche se non obbligatorio, per trasparenza e di questi tempi, vi andrebbero invece incluse a mio avviso. Rimane così la domanda: dove finiscono tutte queste decine di milioni?

Anche il settore agricolo beneficia di 25 milioni grazie al DDL 152, senza che ci sia una chiara orientamento politico che permetta di correggere le storture regionali evidenziate dagli indicatori BES e SDG del DEFR 2021: ovvero la quota di superficie destinata alla coltivazione biologica (5% regionale contro il 15% nazionale), che quindi è molto al di sotto della media, e l’elevato uso di fertilizzanti e prodotti fitosanitari ben sopra la media nazionale, invece. L’edilizia agevolata, viene certamente “agevolata” con ben 50 milioni di euro. Ma come purtroppo è emerso nei lavori della IV Commissione sui regolamenti, ben poche di queste risorse andranno nelle direzioni importanti per le nostre comunità come la riqualificazione o l’abitare sostenibile e inclusivo. Le risorse andranno principalmente nel consumo di suolo e in quella che, in analogia con la situazione scolastica, chiamerei l’edilizia pollaio.

Un aspetto preoccupante di questo DDL è stata l’assenza di spiegazioni fornite per molte variazioni con segno meno. Bisognerebbe capire se le somme stornate altrove, sono rimaste inutilizzate in questi capitoli perché tutte le richieste sono state soddisfatte, oppure non sono stati nemmeno fatti i bandi previsti, e bisogna adesso con “urgenza” fare sparire le tracce dell’inadempienza? Potrebbe essere, forse, che anche avere troppi soldi è un problema per questa amministrazione? Registriamo infatti, ad esempio, –450.000 negli interventi a favore delle agenzie di viaggio, –200.000 per alberghi diffusi, –700.000 circa per opere di sistemazione idraulica e idraulico-forestali, ripristino di prati stabili e pascoli montani, e manutenzione di malghe di proprietà pubblica, –250.000 circa per interventi su infrastrutture ciclabili, redazione piani della mobilità ciclabile, e progetti pilota per favorire il trasferimento su bicicletta, –106.000 per contributi agli apicoltori  per il rimborso spese per acquisto alimentare di soccorso.

Viene dichiarato che buona parte delle risorse fresche di questo assestamento derivino dalla rinegoziazione del contributo della Regione FVG al saldo della finanza pubblica conseguente all’accordo Fedriga-Franco. Ci si interroga quindi se questo sia il modo più efficace e corretto di utilizzare queste risorse derivanti dalla generosità del governo nazionale?

Non essendo stato fornito un quadro finanziario chiaro in Commissione, abbiamo votato contro, come Open Sinistra FVG, a questo provvedimento e manterremo il voto contrario se non saranno chiarite e giustificate in modo condivisibile le scelte.

La laconicità della discussione in Commissione e la rapidità con la quale è stata richiesta la redazione di questa relazione sviliscono, ancora una volta, il ruolo del Consiglio. Pur comprendendo che possa essere necessario agire di urgenza alle volte, non ravvisiamo questa necessità in questo contesto e certamente non per una somma di denaro che dà le vertigini per la sua mole.

Qui il testo fuoriuscito dalla Commissione

Relazione Honsell su DDL 148 “Famiglia, giovani e pari opportunità”

Questo disegno di legge presenta alcuni aspetti di pregio, dalla struttura redazionale alle risorse economiche che permette di attivare, ma è gravato da alcune pastoie ideologiche che purtroppo gli impediscono di diventare il Testo Unico regionale delle politiche a favore dei minori e dei giovani, nel quale tutte le forze politiche possano riconoscere quello strumento di emancipazione etico-sociale di cui la nostra comunità avrebbe profondo bisogno.

Nel corso delle preziose audizioni delle associazioni sindacali, della Rete Lenford – Avvocatura per i diritti LGBTI, e dell’ASGI – Associazione per gli Studi Giuridici sull’Immigrazione, vi sono state numerose sollecitazioni a rimuovere tali gravami. Molte di queste sono state riportate anche nelle osservazioni scritte pervenute ai membri della VI Commissione, che raccomanderei a tutti di leggere, e meritano una rispettosa considerazione in sede di approvazione dell’articolato. Alcune osservazioni potrebbero essere scambiate per meri ritocchi linguistici, quali l’uso di plurali: famiglie, uomini, donne, povertà educative, oppure l’enfasi sull’utilizzo della genitorialità in luogo di paternità e maternità, e soprattutto la proposta di utilizzare espressioni quali un più ampio contrasto alle discriminazioni per sesso e identità di genere in luogo della, linguisticamente più limitativa, parità tra uomo e donna.

In realtà queste osservazioni non sono mere riformulazioni lessicali. Qualora accolte offrirebbero l’opportunità di conferire alla legislazione regionale un respiro più ampio, dato dall’esplicitare la consapevolezza della pluralità di modalità nelle quali, sia il minore che i suoi genitori, possono sviluppare ed esprimere la pienezza della propria personalità, nel senso dell’Art. 3 della Costituzione. Questa consapevolezza, senza pregiudizi, è una delle cifre della Contemporaneità e si è venuta delineando negli ultimi decenni attraverso processi spesso molto dolorosi e difficili di emancipazione, di promozione dell’inclusione, di contrasto alle discriminazioni e di tutela delle diversità. Sono conquiste ottenute a seguito di battaglie di civiltà, non ancora pienamente affermate. Si pensi alla legge contro l’omotransfobia che la legislazione UE chiede che l’Italia recepisca già da un decennio.  Accogliere questo spirito non sarebbe un aspetto secondario per questa Amministrazione Regionale che si caratterizzò con una svolta oscurantista appena insediata, decretando come proprio primo atto amministrativo, nel maggio del 2018, l’uscita della Regione dalla Rete Re.a.dy- la Rete nazionale delle Regioni, Province Autonome ed Enti Locali impegnati per prevenire, contrastare e superare le discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere, anche in chiave intersezionale con gli altri fattori di discriminazione.

Il senso della presente relazione di minoranza, e quello di numerosi emendamenti che intendiamo proporre, è proprio quello di evidenziare e di indicare, in un contesto normativo, come la Regione possa assumere quel ruolo di advocacy del contrasto ad ogni emarginazione, a cui una comunità emancipata e non abbruttita da ideologie dovrebbe aspirare. Non ritrovando ancora nel testo questo spirito, come Open Sinistra FVG, in commissione non siamo stati favorevoli a molti articoli nell’auspicio però che queste istanze vengano riconosciute attraverso il dibattito in Consiglio.

Questa legge presenta essenzialmente due elementi di pregio. Il primo è quello di proporsi come Legge Quadro/Testo Unico e dunque non costringendo a quelle acrobazie e corto circuiti normativi fatte di rincorse a tappe lungo intarsi e rimandi legislativi per comprendere cosa davvero intenda l’estensore. Va dato atto all’Assessore dello sforzo stilistico compiuto, anche perché non è certo pratica molto frequentata dalla Giunta in questa legislatura.

Purtroppo il corposo Art.39 delle Abrogazioni non è stato sufficientemente analizzato e c’è il rischio concreto che siano state abrogate inconsapevolmente situazioni che, ancorché residuali in termini numerici, non diventano certamente poco importanti nei casi specifici, soprattutto quando trattasi di minori.

Il secondo aspetto positivo di questa legge è l’Art. 6 (Dote famiglia) che, aldilà di un sottotitolo a nostro avviso infelice perché rimanda ad un vocabolo che caratterizzò la mercificazione delle relazioni umani, istituzionalizza da parte della Regione la possibilità di garantire ai minori appartenenti a famiglie, ovvero nuclei familiari, disagiate e a rischio di povertà, l’opportunità di accedere a contesti educativi, ludici, ricreativi, musicali, culturali importanti per realizzare il loro progetto di vita.  L’assessore ha parlato di una potenziale platea di quasi 100,000 minori nella nostra regione alla cui crescita socio-culturale attribuirebbe quest’anno ben 23 milioni. Non vi è dubbio che ci troviamo di fronte ad una scelta tutt’altro che scontata e che va apprezzata. Ricordo che, in scala minore, progetti simili non sono nuovi da parte dei comuni. Il Comune di Udine quando ero Sindaco, all’indomani della crisi economica del 2008, allorquando le famiglie precipitate repentinamente nella povertà furono costrette a far interrompere qualsiasi attività sportiva dei figli perché impossibilitate a pagare le quote, varò il progetto, tutt’ora operativo a Udine, denominato FAR SPORT oltre la crisi. Sono a conoscenza di progetti analoghi a Grado e presso altri comuni.

Alle modalità di sostegno attraverso la carta e la dote famiglia (Artt.5-6) il DDL 148 ne aggiunge altre, alcune anche piuttosto sofisticate e interessanti come la previdenza complementare all’Art.8, nonché il sistema integrato dalla nascita a sei anni Art.7 e ulteriori misure fiscali. Nei capi successivi della norma vengono poi delineati vari servizi, molti dei quali già operativi sulla base di normative preesistenti, ma qui inquadrati nel conteso di un Testo Unico/Legge quadro. Molteplici e opportune sono infatti le misure e azioni definite a favore dei giovani e volte alle pari opportunità, all’educazione alla genitorialità, e al sostegno sociale e socio-sanitario d’intesa con i Comuni.

Discuto quindi ulteriori aspetti specifici che richiedono a nostro avviso un affinamento.

Il primo è quello che relativo al requisito di 24 mesi di residenza continuativa nella nostra regione per l’accesso alla Carta Famiglia e a tutte le altre misure ad essa legate. Questo criterio numericamente arbitrario e discriminante non può che avere un riflesso estremamente pesante sui minori che ne verrebbero colpiti e pertanto emarginati rispetto ai propri coetanei. Immaginate come debba sentirsi un minore che partecipi alle attività sportive, anche come occasione di inclusione sociale, quando viene discriminato già all’iscrizione perché i suoi genitori si sono trasferiti da poco in regione! Questo prerequisito penalizzerebbe anche simbolicamente una regione che è al crocevia delle principali culture europee e anche storicamente è stata regione di frontiera accogliente, e che per giunta soffre oggi di un fenomeno di denatalità.

Il secondo aspetto critico riguarda il concetto di famiglia. Questa legge si riferisce molto frequentemente a tale concetto senza definirlo, però. A ben vedere non ne ha mai veramente bisogno rivolgendosi di volta in volta a nuclei anagrafici, anche monoparentali, all’interno dei quali vivono uno o più minori, o giovani. La parola famiglia spesso appare come ingombrante affermazione ideologica e si sarebbe potuta espungere senza che tante norme mutassero di valenza. Proprio per questo riterremmo opportuno dare una definizione di famiglia nel senso inteso proprio da molti articoli del DDL 148, ovvero quello più ampio definito dal DPR 223/1989, come precisato anche dalla L. 76/2016, ovvero come famiglia anagrafica, ovvero come insieme di persone legate da vincoli di: matrimonio, unione civile, parentela, affinità, adozione, tutela o vincoli affettivi, o convivenza di fatto. L’aggiunta di questa definizione non altererebbe il senso di nessuna delle norme ma amplierebbe il respiro sociale del concetto di famiglia. Famiglia è quel contesto che giustamente permette ai minori, ai giovani, ai genitori e indistintamente a tutti i propri membri di ampliare le possibilità di sviluppo di un proprio adeguato progetto di vita.

Il terzo punto riguarda la valutazione, come andiamo ormai predicando ad ogni DDL. Anche in questo caso, poiché molte delle misure si inquadrano all’interno di un opportuno programma regionale triennale di politiche integrate della famiglia (Art.3), è importante non limitarsi a cesellare chi fa parte del Tavolo regionale per le politiche familiari (Art. 4) ed è chiamato a elaborare o convalidare tale programma. Forse, ancora più importante, è prevedere che siano valutati gli esiti di tale programma, secondo modalità evidence-based. Per questo motivo proponiamo che ci sia un momento di valutazione nella rielaborazione triennale del programma, nonché proponiamo che sia inclusa anche una clausola valutativa nel DDL 148.

Nel giugno del 2021 abbiamo presentato come Open Sinistra FVG il PDL 139 <<Provvedimenti per la promozione, la valorizzazione e lo sviluppo della produzione musicale nel Friuli Venezia Giulia>>. Riteniamo infatti che la musica e la produzione musicale siano un momento indispensabile nella vita dei cittadini e, come scriveva nel 2007 Il Ministero della Pubblica Istruzione relativamente alla musica nella scuola, “La musica è componente fondamentale dell’esperienza e intelligenza umana, offre uno spazio simbolico e relazionale indispensabile all’acquisizione di strumenti di conoscenza, cooperazione e socializzazione (…) allo sviluppo del senso di appartenenza di una comunità ma al tempo stesso all’interazione di culture diverse”. Non solamente la nostra regione ha una tradizione e una cultura musicale particolarmente ricca, ma la musica è linguaggio di emancipazione e la produzione musicale è opportunità imprenditoriale. Questa visione ci spinge ad enfatizzare in molti articoli accanto alle attività sportive anche quelle musicali, avanzando alcune proposte.

Un altro aspetto che riteniamo importante è includere nella presente legge l’impegno alla piena realizzazione nella nostra regione del traguardo 16.9 degli Obiettivi dello Sviluppo Sostenibile 2030 dell’ONU, ovvero fornire l’identità giuridica per tutti, compresa la registrazione delle nascite. In Italia a seguito della L. 40/1998 come modificata dalla L. 94/2009 si prevede ancora che debba essere presentato il permesso di soggiorno alla richiesta di registrazione della nascita di un figlio, ancorché esista una circolare che ne dà un’interpretazione diversa. Questo Consiglio in data 01 ottobre 2019 approvò all’unanimità la mozione n. 92 “Sull’ottenimento del certificato di nascita per figli nati in Itala da persone non comunitarie irregolari” e nella successiva legge di stabilità la Giunta prese l’impegno con un ordine del giorno di “dare evidenza alla circolare interpretativa n. 19 del 2009 del Ministero dell’Interno al fine di assicurare un’integrale esistenza giuridica di ogni soggetto nato nel territorio”. Riteniamo pertanto qualificante per questo DDL/Testo Unico sui minori, riconoscere questo impegno alla luce del fatto che la nostra normativa nazionale è ancora gravata da questa aperta violazione della Convenzione di New York sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza (Convention on the Rights of the Child – CRC) che l’Italia ha ratificato con Legge n. 176 del 27 maggio 1991.

Infine, proprio per la ricchezza e complessità delle misure regionali di sostegno introdotte dal presente DDL che si aggiungeranno a quelle comunali preesistenti e ad ulteriori e, per certi versi, analoghe misure nazionali, ma con valori e parametri diversi, si suggerisce di potenziare la rete di sportelli informativi e di counselling per le famiglie, in modo che tutti possano trarre il massimo beneficio da questo spettro di opportunità. Potrebbe addirittura contribuire a creare una giungla normativa, con effetti paradosso, se non sufficientemente sostenuto da una rete informativa e di assistenza. A nostro avviso è insufficiente delegare solamente agli assistenti sociali o ad alcuni sportelli dei centri per l’impego tali compiti, senza prevedere un coordinamento di tutti questi soggetti erogatori. Diversamente il sistema complessivo potrebbe non dare i frutti che tutti noi auspichiamo, c’è sempre un rischio che il sistema sia dispersivo. Ricordiamo la formula sometimes less is more dell’architetto Ludwig Mies van der Rohe.

Con gli obiettivi sopra elencati proporremo emendamenti e ordini del giorno nel rispetto del ruolo costruttivo di consiglieri di opposizione che abbiamo sempre interpretato. Auspichiamo che possano esserne accolti alcuni in modo da poter sostenere questa legge quadro con pieno convincimento.

Qui il testo del DDL fuoriuscito dalla Commissione 

Sulla discussione in CR della mozione censura nei confronti della condotta dell’Ass. Gibelli

“Oggi in Consiglio Regionale, per la prima volta nella storia di oltre 60 anni di questa Regione si è discussa una “mozione di censura” ai sensi dell’Art. 145 del Regolamento Regionale. Lo si è fatto nei confronti del comportamento tenuto dall’Assessore Gibelli quando ha discriminato la casa editrice Kappa Vu”: queste le dichiarazioni del primo firmatario della mozione Furio Honsell.
“L’importanza di questo atto sottoscritto da tutti i Consiglieri di opposizione è giustificata dalla gravità della discriminazione” continua il Consigliere di Open Sinistra FVG.
“Sulla base di valutazioni soggettive dell’Assessore Gibelli la casa editrice Kappa Vu non ha potuto esporre i propri libri, nello stand finanziato dalla Regione, al Salone del Libro di Torino. La Kappa Vu è un’eccellenza editoriale riconosciuta in Europa in svariati settori trai quali quello delle lingue minoritarie”.
“Purtroppo l’Assessore ha scelto di non partecipare al dibattito, nel corso del quale i consiglieri di maggioranza sono stati in difficoltà nel giustificare il comportamento dell’Assessore ma, in forza dei numeri hanno respinto la mozione”.
“Molti hanno però riconosciuto che il comportamento tenuto da Gibelli, anche durante l’interrogazione avvenuta la settimana scorsa, sia stato “ingenuo” o “uno scivolone”.
“L’auspicio comunque – conclude Honsell – è che non si ripetano situazioni incresciose come quelle avvenute nei confronti di una casa editrice che è un patrimonio della nostra Regione”.